REGGIO EMILIA – Un documentario e oltre cento capi donati ogni anno a ragazzi di Monkey Bay, in Malawi, nel nome dell’atletica. Il rapporto tra Reggio Emilia e l’Africa è sempre stato molto intenso e si arricchisce di un’altra bella pagina di solidarietà. Protagonisti di questa corsa, è proprio il caso di dirlo, Atletica Reggio e Africathletics, onlus che ha l’intento di avvicinare allo sport ragazzi destinati alla povertà. E’ proprio da questa base che nasce la collaborazione tra le due realtà che va avanti da diversi anni e che vede, ogni dodici mesi, capi sportivi come scarpe, tute e maglie, donati a giovani che possono vivere grazie allo sport. “Cerchiamo, con i nostri mezzi, di contribuire con abbigliamento che non è più attuale, non fosse altro per uno sponsor sulla maglia che non possiamo utilizzare – ha dichiarato Paolo Codeluppi, presidente di Atletica Reggio – Oppure mandando un operatore per 20 giorni a fare un documentario in Malawi dove si vedrà qualcosa di Atletica Reggio: la protagonista è una bambina che sogna di approdare in un continente dove vi sono le Olimpiadi”.
Africathletics è nata nel 2015 dall’idea di Mario Pavan ed Enrico Tirel, appassionati di atletica leggera con il sogno di costruire una realtà sportiva solida in Malawi. I risultati delle attività vanno ben oltre i traguardi sportivi. “E’ una bellezza vedere quanto poco basta per rendere felici le persone – prosegue Codeluppi – Questi bambini imparano tutto dall’atletica, dal fare la calce a disegnare le curve, con compassi rudimentali, di un anello di 400 metri. Africathletics è tutto questo”.
Atletica Reggio è una delle più importanti realtà sportive della nostra provincia, con oltre 700 iscritti dai cinque anni in su che si allenano per la maggior parte al Camparada in via Melato. Nel corso degli ultimi mesi istituita anche un’importante vicinanza con Unimore con l’istituzione di due borse di studio per gli atleti più meritevoli. “Sono rivolte a studenti universitari del secondo anno e se le aggiudicheranno due atleti, una femmina e un maschio, che avranno conseguito un equilibrio ottimale tra i risultati universitari e quelli in gara”.
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