REGGIO EMILIA – “Non essere uniti di fronte agli abusi che sta facendo Trump, per l’Europa è un gravissimo danno, è come se noi in qualche modo cedessimo alla violenza, alla forza, come dire che non c’è niente da fare. Questo è un problema di molti paesi, il nostro soprattutto ed è chiaro che se noi non stiamo insieme la forza vince”. L’identità nazionalista che prende il sopravvento sul dialogo, l’unanimità che zavorra le decisioni: sono solo alcune delle difficoltà per l’Unione Europea, secondo il professor Romano Prodi, che l’ha vista nascere e che oggi è schiacciata da una parte dagli Stati Uniti e dall’altra dalla Cina.
“E’ un paese con dei problemi perché è calata la crescita, come è evidente quando un paese diventa più ricco ma quello che non si è capito è l’impressionante progresso tecnico di questo paese: stanno investendo in scienza, tecnologia e scuola cifre imponenti”.
La frammentazione si è vista anche dal piano di riarmo presentato da Von Der Layen: “Un progetto – ha detto l’ex presidente della commissione europea – incentrato sui singoli Stati. La strada è avere un esercito europeo, uno stato maggiore europeo: noi abbiamo carri armati diversi, gli Stati Uniti che ne producono di più ne hanno uno solo. E posso dire sinceramente: se ci fosse stato l’esercito europeo, Putin non avrebbe attaccato l’Ucraina, non lo potrò mai dimostrare ma ne sono convinto”.
Dalla guerra in Europa al massacro che Israele sta compiendo a Gaza, alle tensioni in tutto il Medio Oriente. “Non possiamo fare altro che investire sulle nuove generazioni – ha detto l’ex premier – Facciamo 30 università, paritarie vere: la stessa università con due sedi, ad esempio ad Atene e al Cairo, Napoli e Tripoli, con due anni di studio al Sud e due anni di studio al Nord, niente politica o teologia, ma fisica e medicina. Quando abbiamo fatto uscire 500 mila ragazzi la pace è garantita”.
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