REGGIO EMILIA – Cambia anche il lavoro. In agricoltura ed edilizia la Regione ha deciso lo stop tra le 12.30 e le 16, ma anche negli stabilimenti diventa indispensabile ridurre le temperature.
“I lavoratori hanno dovuto scioperare per tutelare la propria salute – le parole di Simone Vecchi, segretario provinciale Fiom – Questa è la risposta che noi abbiamo dato collettivamente”. Gli scioperi dei giorni scorsi hanno fatto emergere una situazione limite in alcuni stabilimenti, ma secondo Fiom Cgil è necessario affrontare il problema delle alte temperature in fabbrica in modo complessivo.
Per rispondere ai mesi estivi sempre più caldi, si possono adottare misure restrittive, come quelle volute dalla Regione per l’agricoltura e l’edilizia, o concordare cambi di orari e turni e riduzione della produzione, ma sarebbe più opportuno investire in tecnologia. “Negli anni sono stati firmati molti accordi che prevedono riduzione di orari nei mesi estivi – ha aggiunto – o comunque una diversa rimodulazione dell’orario di lavoro. Quello che chiediamo innanzitutto è che le aziende facciano investimenti strutturali nei propri capannoni. Se si lavora in agricoltura o edilizia, quando c’è caldo non si può fare molto. Dentro le aziende, tuttavia, si può investire per migliorare la qualità del lavoro dei propri dipendenti, e molte realtà lo hanno già fatto”.
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