CASTELNOVO SOTTO (Reggio Emilia) – Tre ore in procura, trascorse a rispondere alle domande di chi sta indagando sull’omicidio della madre, trascorse a descrivere la scena del suo compagno che la uccide. Le dichiarazioni nell’immediato potevano essere state dettate dalla disperazione e dal terrore, ma quelle fornite in mattinata sono ufficiali, e “il resoconto della mia assistita è stato il medesimo” dice l’avvocato Alice Minari, che rappresenta le parti offese, e quindi anche il vedovo e l’altro figlio della vittima. La 35enne figlia di Tiziana Gatti è considerata dalla procura testimone oculare dell’aggressione mortale ai danni della madre, e lo è anche il suo bimbo di 5 anni, che non è escluso possa essere sottoposto a incidente probatorio.
I due erano seduti sul divano e la scala sulla quale Tiziana sarebbe stata scaraventata era davanti ai loro occhi. Entrambi ricordano ogni attimo della mattina di lunedì, e sono ricordi che aggravano ancora di più la posizione del 36enne Tukpeh Osborne. Si è parlato di una spinta data dall’uomo a Tiziana, del fatto che possa essere stata quella la causa della morte: lo chiarirà l’autopsia. Ma la figlia della vittima non ha dubbi: il pugnale è stato brandito dal compagno, la madre non si è ferita cadendoci sopra.
Emergono anche altri dettagli, frutto sempre della testimonianza della giovane donna. Quel mattino il 36enne, prima dell’arrivo di nonna Tiziana, avrebbe sottratto alla compagna, ormai ex, sia il telefono cellulare sia il cordless di casa. Il clima era molto teso per la separazione della coppia, che sarebbe avvenuta di lì a poco. Quando la 62enne ha chiesto all’uomo di ridare alla figlia il telefono, lui sarebbe scattato. La 35enne ha provato ad intervenire rimediando anche la frattura di una costola e poi è scappata fuori di casa con entrambi i figli, dando l’allarme.
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