GATTATICO (Reggio Emilia) – “Bella ciao”, cantata in coro ad alta voce, scandita dal battito delle mani. Dopo due edizioni organizzate a distanza a causa del covid, Casa Cervi e l’area verde attorno, sono tornate teatro di una affollata Festa di Liberazione. Oltre quindicimila i partecipanti secondo gli organizzatori.
“Siamo strafortunati ad essere qua in pace e per questo abbiamo gli occhi aperti sul mondo, non possiamo che sentirci stretti in un abbraccio resistente ai popoli che resistono alle prepotenze: l’Ucraina, il Myanmar, il popolo curdo, il Saharawi, ce n’è un’infinità, hanno bisogno della nostra Resistenza. Dove sono la politica, l’Onu, la diplomazia. E dove sono gli stati, così potenti e prepotenti se si parla di finanza mentre spariscono quando è ora di salvare delle vite?”, ha domandato la presidente dell’Istituto Cervi, Albertina Soliani, nel suo messaggio di saluto che ha dato il via agli interventi dal palco, presentati dalla nostra Susanna Ferrari.
“E’ un dovere esserci, in una giornata che mai avremmo pensato di vivere con quello che sta accadendo nella nostra contemporaneità”, le parole del presidente della Regione Stefano Bonaccini. “Di tanta gente così ce n’era bisogno. Facciamo bene a stare dove si celebra il 25 aprile, dove si ricorda il valore della Resistenza, soprattutto gli ideali che l’hanno mossa: libertà, pace e democrazia”.
Tra gli ospiti principali della giornata Don Luigi Ciotti, entusiasta di tornare ai Campirossi di Gattatico, per gridare come il ruolo delle resistenze di oggi sia quello di denunciare le scelte che impongono genuflessione alla povera gente.
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