CADELBOSCO SOPRA (Reggio Emilia) – L’ultimo gioiello finito nelle cronache sportive nazionali è la Ferrari F40 del 1992, che il team principal della Mercedes Toto Wolff ha affidato all’autofficina Bonini di Cadelbosco Sotto, quando ha deciso di venderla attraverso il commerciante inglese Tom Hartley. E non è un’auto sportiva qualunque: è l’ultima approvata da Enzo Ferrari, al mondo ne esistono meno di 1.300.
“Abbiamo dovuto riprendere le origini della vettura – ha spiegato il titolare, Carlo Bonini – Abbiamo sfilato il motore, fatto le manutenzioni straordinarie sulla vettura, aggiornato alcuni particolari che sono migliorie su automobili di 40-50 anni fa. Abbiamo rimontato il tutto, rifatto l’assetto e provata su strada. E’ già stata liberata e credo sia già stata venduta a un cliente di Hartley”.
Qui è come essere a Maranello. E proprio nel 2023 si celebrano i 40 anni da quando si è cominciato a lavorare sulle auto del Cavallino Rampante, un’autorizzazione arrivata da Enzo Ferrari. “Nella vita credo di non aver mai lavorato. Mi sono sempre divertito facendo il mio lavoro. Credo che sia un bel pezzo di vita”, ha raccontato Carlo Bonini. Oggi, l’attività è condotta da Renato, il figlio di Carlo, che continua ad accogliere clienti, appassionati e collezionisti da tutto il mondo: “Abbiamo fatto delle macchine importanti, ultimamente abbiamo consegnato al museo di Torino una 375P posseduta da Gianni Agnelli. Al museo c’era un rappresentante della famiglia, un rappresentante del museo e il progettista dell’automobile, Leonardo Fioravanti, che avevamo già conosciuto in occasione del restauro”.
Tra una Daytona stradale trasformata in una vettura da competizione e una F40 Le Mans, qui c’è la storia delle supercar – ha detto Carlo – Sono particolarmente affezionato alla Daytona, perché quando ero ragazzo le desideravo ma non potevo comprarla. Poi, finalmente ho potuto possederne una che è il mio primo grande amore”. E se anche il boss della Mercedes ne è rimasto stregato un motivo ci sarà. “Le Ferrari sono uniche al mondo, non la si può definire un’automobile. Hanno una personalità. La F40, in particolare, è una macchina unica: devi rispettarla, perché quando la usi cerca di farti male, è come un cavallo imbizzarrito che devi saperlo domare. Sono consigli che tendo a dare anche ai clienti”.
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