REGGIO EMILIA – Oggi il costo del personale di Seta è lo stesso di dieci anni fa, quando la società nacque dalla fusione tra le aziende trasporti di Reggio, Modena e Piacenza. Il numero degli addetti è rimasto stabile nel tempo, poco sopra le mille unità, in larghissima parte autisti e operai. E anche il costo sostenuto dall’azienda per pagare gli stipendi è quasi invariato: 44,3 milioni di euro nel 2012, 45 nel 2022. Stando all’indice di rivalutazione dell’Istat, oggi Seta dovrebbe spendere più di 50 milioni di euro per il personale. Ma le retribuzioni del settore sono al palo e proprio la scarsa attrattività della professione di autista dal punto di vista economico e delle condizioni di lavoro spiega la difficoltà estrema che le aziende di trasporto pubblico locale incontrano nel reclutamento del personale.
Eppure, il volume di attività di Seta è analogo a quello del 2012, con quasi 30 milioni di chilometri percorsi e dieci milioni di passeggeri trasportati in più. A dire in quale misura sia messa sotto pressione la struttura aziendale, non ci sono solo le proteste degli autisti; ci sono anche i dati sugli straordinari e sulle ferie non godute. Nel 2022 – ultimo dato disponibile – le ore di straordinario pagate dall’azienda sono state più di 83mila. Le giornate di ferie non godute sono state invece quasi 36mila: un’enormità. Ogni dipendente nel corso del 2022 ha conteggiato più di 35 giorni di ferie non godute. E non si tratta di un fenomeno episodico, ma della normalità. Negli ultimi dieci anni, tra il 2012 e il 2022, le ore di straordinario pagate da Seta sono state quasi 950mila. Nello stesso arco di tempo le giornate di ferie non godute dai dipendenti Seta sono state 481mila.
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