VETTO (Reggio Emilia) – La diga di Vetto come opera fondamentale per contrastare le alluvioni: lo sostiene un neonato comitato a favore dell’invaso. Sul tema Tg Reggio ha interpellato un docente dell’università di Parma, il prof. Paolo Mignosa che tra i massimi esperti italiani in materia.
Sostenere la realizzazione della diga di Vetto come opera fondamentale per regolare il flusso dell’acqua lungo l’Enza e proteggere dunque i territori a valle, evitando conseguenze come quelle accadute nel dicembre 2017 nel comune di Brescello. Con questo obiettivo si è costituito nei giorni scorsi il comitato “Lentigione per la diga di Vetto”. Ma davvero un invaso può essere anche uno strumento anti alluvioni? “L’opera deve essere progettata in maniera opportuna e, soprattutto, attraverso dei protocolli. La cosa da fare è quella di lasciare nell’invaso un certo volume vuoto sempre o nei periodi in cui si temono piene”, ha detto Mignosa.
L’aspetto dunque decisivo riguarda la gestione della diga: “L’invaso può essere progettato a scopi multipli: irriguo, idroelettrico o idropotabile, con una parte di volume che deve essere lasciata libera. Così facendo, in uscita, a valle dell’invaso uscirà un’onda di piena molto ridotto o nulla a seconda dei casi”, ha aggiunto Mignosa che insegna Costruzioni idrauliche e Idrologia dell’università di Parma ed è autore di 160 pubblicazioni scientifiche in materia.
Reggio Emilia Vetto alluvione lentigione diga di Vetto