REGGIO EMILIA – Informazione e disinformazione possono fare tanto, nel bene e nel male. “Allontanamento” e “affido” di un minore non hanno lo stesso significato. “L’allontanamento è un intervento del tribunale e si fa non solo nei confronti del minore: sempre di più si cerca di allontanare da casa la figura che maltratta o che abusa – le parole di Alessandro Scarduelli, avvocato esperto diritto minorile – L’affido è invece uno strumento estremamente sofisticato, temporaneo e funzionale a impedire una pronuncia di adottabilità”.
L’avvocato Scarduelli più di una volta pronuncia l’aggettivo “sofisticato”, descrivendo l’istituto dell’affido in Italia come uno dei più raffinati dal punto di vista dell’ordinamento. La grande differenza tra l’affido e l’allontanamento è il tempo: nell’affido consensuale il codice prevede due anni allungabili di altri due, “ma dipende se l’attività con la famiglia riesce a rimuovere i problemi”.
L’affido giudiziale, invece, non ha limiti di tempo: è il giudice che determina se ci siano o meno le condizioni di un ritorno in famiglia. Scarduelli, che fa consulenza e formazione per enti pubblici, non nega la sfiducia scaturita nei confronti dei servizi sociali e della struttura dell’affido nel 2019, con le strumentalizzazioni politiche seguite all’inchiesta in Val d’Enza. Una sfiducia che si combatte, dice, con la professionalità integrata di saperi “dal punto di vista dei servizi sociali e degli psicologi”.
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