REGGIO EMILIA – Una decina di giorni fa la rimozione di una delle due edicole di piazza Prampolini, già chiusa da tempo. Ora la cessazione dell’attività dell’edicola di piazzale Fiume, dopo quasi 50 anni. Purtroppo notizie di questo genere stanno diventando frequenti. Un tempo le edicole si vendevano, adesso si chiudono e basta. E’ il segno più evidente della crisi della carta stampata, un fenomeno che impoverisce le nostre città, come li impoverisce la chiusura dei negozi schiacciati dalla concorrenza del commercio online.
I numeri del settore, d’altra parte, non lasciano scampo. Nel 2010 l’età d’oro dei quotidiani era già passata da tempo, ma i primi dieci giornali nazionali vendevano in provincia di Reggio più di 21.500 copie ogni giorno. In testa c’era la Repubblica con oltre 3.700 copie. Nel 2020 in testa c’era ancora la Repubblica, ma con 1.578 copie al giorno. Il Corriere non arriva a 1.200.
Anche nell’ambito dell’informazione locale il quadro è profondamente cambiato. La Gazzetta di Reggio è passata dalle 12.656 copie al giorno del 2010 alle 6.791 del 2020; il Carlino da 10.171 a 7.332. Molti lettori seguono le edizioni online dei quotidiani, ma raramente gli abbonamenti digitali compensano il calo delle vendite in edicola. Per non parlare della contrazione dei ricavi pubblicitari. E’ un fenomeno mondiale, un pezzo della modernità con cui volenti o nolenti dobbiamo fare i conti. Speriamo che sia possibile farli salvando i giornali e anche le edicole, che sono state e sono presidi di pluralismo e di democrazia.
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