REGGIO EMILIA – “In 10 anni è calata la possibilità di spesa delle famiglie e non ci sono mai state politiche per sostenere la domanda interna, per consentire che gli acquisti avvengano sui territori e che i negozi restino aperti”
E’ il presidente di Ascom Modena, Tommaso Leone, a parlare di quella che è molto probabilmente una delle cause principali della crisi del commercio.
Nonostante l’Istat indichi un lieve aumento nel secondo trimestre di quest’anno, il potere d’acquisto delle famiglie italiane ha subito tra il 2019 e il 2024 una contrazione del 10,5% dovuta all’alta inflazione, che ha eroso le retribuzioni.
Sempre rispetto al 2019 la spesa per consumi è diminuita del 14,2% in Emilia-Romagna e dell’8,7% in Italia. Gli acquisti online spesso vengono preferiti dai consumatori perchè considerati più vantaggiosi, con sconti che chi possiede un negozio fisico non può sostenere. In questo contesto, se si aggiunge anche l’aumento dei costi, in 10 anni la provincia di Reggio ha perso 700 attività di commercio al dettaglio, Parma 800, Modena quasi mille.
I problemi legati alla desertificazione sono simili in tutte le città.
Per Vittorio Dall’Aglio, presidente Ascom Parma “Abbiamo il problema dell’accesso al centro, il problema del degrado e della microcriminalità, ma siamo convinti che lavorando tutti insieme la situazione si possa risolvere”
Fa eco Leone ‘Non è solo un problema di tessuto imprenditoriale ma di presidio sociale, la desertificazione crea degrado, microcriminalità, deprezzamento degli immobili, anche la politica deve fare la sua parte.
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