REGGIO EMILIA – La vicenda Ferrarini viene esaminata dalla Corte dei Conti perché Amco vi riveste un duplice ruolo: quello di creditore di Ferrarini e quello di partner finanziario del gruppo Pini nella proposta di acquisizione del controllo dell’azienda reggiana. Su questo doppio ruolo si sofferma un esposto della cordata concorrente, costituita dal gruppo Bonterre di Modena, da Intesa Sanpaolo e da Unicredit, che ha sollecitato l’intervento della Corte dei Conti.
Dal testo della relazione emerge un dato inedito e cioè l’entità complessiva dell’indebitamento della galassia Ferrarini nei confronti della finanziaria pubblica. Finora si era parlato di 18 milioni. In realtà dal documento si apprende che quei 18 milioni sono solo i debiti verso Amco di Ferrarini Spa. A questi bisogna aggiungere 12,4 milioni di debiti di Vismara, 30,5 milioni delle finanziarie lussemburghesi della famiglia e altri 32,1 milioni di debiti riconducibili alle società agricole dei Ferrarini e a persone fisiche della famiglia. L’esposizione totale verso Amco è dunque di 93 milioni.
Il 25 maggio dell’anno scorso, tuttavia, la società ha deciso di affiancare Pini nella proposta concordataria caldeggiata dalla famiglia, rendendosi disponibile a entrare in Ferrarini con il 20% del capitale e a finanziare l’azienda con altri 12 milioni di prestiti. Dalla delibera del Cda, riportata nella relazione della Corte dei Conti, si apprende della firma di una transazione che permetterà ad Amco di recuperare 7 milioni di crediti vantati verso le società lussemburghesi della famiglia.
Un accordo che sembra mettere Amco in una posizione diversa rispetto agli altri creditori. Nel merito dell’esposto, tuttavia, la Corte dei Conti non si esprime, spiegando di dover “evitare interferenze” nel contenzioso giudiziario fra le due cordate.
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