REGGIO EMILIA – Nei giorni scorsi Arera, l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ha inviato una segnalazione al Parlamento e al Governo sull’incremento dei prezzi del servizio di teleriscaldamento. Il tema è particolarmente impattante in una realtà come quella di Reggio che, con i suoi 221 chilometri di reti e 14 milioni di metri cubi di volumetrie, è una delle città più teleriscaldate d’Italia.
Nella segnalazione al Parlamento, Arera evidenzia che, a partire dal secondo semestre del 2021, “si è verificata una progressiva crescita dei prezzi del teleriscaldamento, che si è accentuata a partire dal primo trimestre 2022”. I prezzi medi applicati dagli operatori sono passati da meno di 100 euro al MWh a circa 190 euro. L’autorità di regolazione spiega che l’aumento delle quotazioni del gas ha spinto verso l’alto anche le tariffe del teleriscaldamento, ma sottolinea che “l’entità degli incrementi del prezzo non sembra del tutto giustificabile”.
Gli utenti serviti dal teleriscaldamento sono certamente penalizzati dalla tassazione. Il decreto Aiuti bis ha ridotto l’Iva sul gas al 5%, mentre per il teleriscaldamento si va dal 10% delle utenze domestiche al 22% di industria e terziario. Arera però ritiene che almeno una parte degli operatori stia approfittando della situazione, soprattutto perchè non tutta l’energia termica è prodotta utilizzando il gas naturale.
A Reggio i cittadini serviti dal teleriscaldamento sono circa 55.400, tutti in città. Le tariffe applicate da Iren hanno seguito grossomodo l’evoluzione della media del settore. Si è passati dagli 85 euro al MWh del primo trimestre 2021 ai 131 euro del quarto trimestre fino ai 201 del terzo trimestre di quest’anno. Soltanto nel mese di ottobre si è registrata un’inversione di tendenza con un prezzo di 154 euro al MWh.
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