REGGIO EMILIA – Investire su servizi di interesse collettivo, aiutare le famiglie in difficoltà economica oltre che promuovere la cultura della sostenibilità: sono le finalità della Comunità Energetica Rinnovabile che nascerà nell’area a Nord di Reggio, il cui cuore sarà il Parco Innovazione. Ora che il ministero ha pubblicato le regole operative, le CER si possono concretizzare: insieme di utenti che collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire in modo condiviso l’energia prodotta da fonte alternativa. Attenzione però: i consumatori non saranno collegati fisicamente all’impianto fotovoltaico e non consumeranno fisicamente l’energia prodotta. E’ un autoconsumo virtuale in base al quale si possono ottenere gli incentivi che lo Stato eroga attraverso il GSE, Gestore dei servizi energetici: soldi che devono essere necessariamente reinvestiti in servizi. L’adesione alla CER non costa nulla. Ma è conveniente?
“Se per convenienza intendiamo quanto alla fine del mese vediamo in bolletta, sicuramente avere un impianto di autoconsumo sul tetto è più conveniente – spiega Alex Pratissoli, vicesindaco di Reggio – Però lì c’è un investimento iniziale: devo realizzare un impianto che ha un tempo di ritorno dell’investimento e non ho sempre ho la possibilità di realizzare un impianto sulla mia copertura. La comunità energetica offre questa ulteriore possibilità: aderire ad un gruppo dove altri hanno fatto l’investimento per realizzare l’impianto e lo hanno fatto altrove”.
La prima CER di Reggio si baserà su due impianti: il primo, agrivoltaico, sarà realizzato da Iren nello spazio di sua proprietà denominato ‘La Biolca’, nell’area del Forsu, l’impianto per il trattamento dei rifiuti organici di Gavassa; il secondo sarà costruito sul Parco Innovazione, il soggetto che avrà il compito di gestire la Comunità Energetica. “Il Parco Innovazione è il luogo della ricerca e dell’innovazione, ma ha fatto della sostenibilità e della socialità il proprio cavallo di battaglia: è un elemento distintivo rispetto ad altri territori che hanno fatto un parco tecnologico. Noi gestiremo la parte dell’aggregazione dei soggetti e questo ci permetterà di provare a progettare insieme a tutto il territorio quelle azioni tese a consolidare la comunità”, sottolinea Luca Torri, amministratore delegato di Stu Reggiane.
Alla CER del Parco Innovazione possono aderire soggetti allacciati alla stessa cabina elettrica primaria: enti pubblici e privati, associazioni, parrocchie, residenti negli alloggi di edilizia residenziale pubblica in un’area che va da Santa Croce a Gavassa, da San Prospero a Massenzatico, da Mancasale a Sesso. Nelle bollette degli utenti ci saranno rimborsi legati alla parte di energia autoconsumata, ma il grosso del beneficio è costituito dall’incentivo statale.
“L’adesione ha un obiettivo, che è quello di offrire un contributo anche economico allo sviluppo di servizi di comunità – chiosa Pratissoli – Il nostro territorio fonda i propri valori sui temi della cooperazione e condivisione. La CER offre una ulteriore declinazione a questo significato e dà anche un sostegno economico: i benefici devono essere necessariamente investiti in servizi per la comunità, ad esempio per la cura dei quartieri piuttosto che alla cura dei servizi che gli stessi membri della comunità erogano al territorio, come le associazioni culturali, ricreative e sportive e al contrasto alla povertà energetica, in particolare a favore delle persone che vivono negli alloggi di edilizia popolare”.
Reggio Emilia servizi Stu Reggiane comunità energeticaA Reggio Emilia nasce la prima Comunità Energetica Rinnovabile. VIDEO