REGGIO EMILIA – “Abbiamo cercato la documentazione negli archivi dell’università ebraica di Gerusalemme, negli archivi della comunità ebraica di Modena e di Roma: volevamo capire come abbia fatto questo Aròn di marmo alto sei metri e 50, del peso di 15 tonnellate, ad arrivare ad Haifa da via dell’Aquila” racconta Matthias Durchfeld, direttore di Istoreco.
Un viaggio dal cuore del centro di Reggio fino alla riva orientale del Il Mediterraneo. Una storia che pur avendo come protagonista un oggetto, ha l’umanità al proprio centro. Il manufatto preso in esame è l’armadio sacro che un tempo faceva parte della sinagoga di Reggio. In gergo si chiama Aròn, la sua funzione consiste nel custodire la Torà, vale a dire i primi cinque libri della Bibbia. La nicchia vuota nel tempio di via dell’Aquila segna la posizione in cui questa arca santa, simile ad un altare barocco, un tempo si trovava, fino agli anni ’50, quando un gruppo di intellettuali si diede da fare per il suo salvaggio.
“Questo armadio sacro, che è stato per circa 100 anni in questo luogo, da diversi decenni si trova in Israele, quindi ha visto tante cose e ci può raccontare tante cose” continua Matthias Durchfeld, che è autore del libro ‘Gli ebrei a Reggio Emilia‘, presentato in occasione della Giornata europea della cultura ebraica. All’ex direttore di Istoreco Antonio Zambonelli si deve l’interesse per la riscoperta di una vicenda che era finita nell’oblio.
La comunità ebraica di Reggio Emilia nel libro di Matthias Durchfeld. VIDEO
21 settembre 2020Seguendo le tracce di un armadio sacro che si trovava nella sinagoga di via dell’Aquila, l’autore ripercorre la storia degli ebrei nella nostra città. Nel volume documenti tratti dagli archivi delle comunità di Gerusalemme, Roma e Modena