REGGIO EMILIA – La disdetta risale all’ottobre del 2018. Poi, i tempi tecnici previsti dai regolamenti interni hanno fatto sì che il divorzio definitivo tra Unindustria e Comer sia divenuto effettivo il primo gennaio scorso.
Comer è una delle più grandi aziende del nostro territorio e a lungo è stata guidata da Fabio Storchi, attuale presidente di Unindustria Reggio Emilia dopo aver lasciato l’azienda due anni fa. Alla guida del colosso reggiolese c’è ora un altro Storchi, Matteo, che ha voluto dare un taglio netto al rapporto con l’associazione guidata dallo zio.
Quest’ultimo ora è presidente del Consiglio d’amministrazione della Vimi Fasteners di Novellara, un altro colosso della meccanica. In questo stesso Cda siedono anche il fratello di Fabio, Fabrizio in qualità di consigliere e il cugino Aimone che è vicepresidente. In Comer, invece, oltre al presidente Matteo restano altri due membri della famiglia Storchi, il vicepresidente Cristian e il consigliere Marco.
Sorprende che un’azienda a lungo guidata dall’attuale presidente di Unindustria e oggi comunque capitanata dalla stessa famiglia, esca dall’associazione industriali. Difficile individuare le radici di questa separazione che non pregiudicano comunque né il futuro di Comer né tantomeno la stabilità e la credibilità di Unindustria. Forse, alcune diverse visioni sulle scelte aziendali possono aver generato tensioni che hanno suggerito il divorzio. Non il primo – e neppure probabilmente l’ultimo – all’interno di grandi famiglie assolute protagoniste dell’economia e dell’imprenditoria reggiana.
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