REGGIO EMILIA – La tuta blu di Yassine El Fathaoui è quella da metalmeccanico. 39 anni origini marocchine, residente a San Polo d’Enza. Ha partecipato alle Olimpiadi di Tokyo piazzandosi al 47° posto nella maratona, ma per lui che è un amatore e che ha dovuto coniugare gli allenamenti con il lavoro in fabbrica in un’azienda di Traversetolo, è stato come ottenere una medaglia. “La definizione di maratoneta operaio mi rende orgoglioso, rappresenta quello che sono”, dice.
A Yassine brillano gli occhi quando ci racconta della sua esperienza ai Giochi: “E’ stato un onore rappresentare il mio Paese, l’Italia, alle Olimpiadi”.
E’ arrivato nel nostro Paese nel 1999 ed è cittadino italiano dal 2013. L’ambientamento non è stato facile, ma non si è mai sentito discriminato – dice – e ha lavorato sempre duramente e fatto tanti sacrifici: “Appena arrivato qui ho raccolto i sassi nei campi, poi ho fatto il casaro, ho sempre lavorato duro”.
L’obiettivo è di arrivare alle Olimpiadi di Parigi 2024. Per potersi continuare ad allenare a certi livelli però dovrà avere il tempo di farlo
“Fino a dicembre sono in aspettativa, poi forse dovrò licenziarmi se vorrò continuare a dedicarmi alla maratona e inseguire il sogno di un’altra Olimpiade”.
A Reggio splende lo storico oro di Stefano Baldini ad Atene 2004, ma ci piace pensare che anche nella prestazione di Yassine ci sia un po’ di oro. Sicuramente la sua è una storia, umana e sportiva, preziosa.
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