di Monica Casali
(impiegata Cup di San Michele)
REGGIO EMILIA – Sei invecchiata come una vecchia signora, che con il passare degli anni, tante rughe le hanno solcato il viso. Hai resistito al tempo, ai terremoti, alle innovazioni. Di qui, a San Michele, si può dire che è passata tutta Reggio e, nel bene o nel male, sei stata utile a visitare, curare, guarire, o semplicemente diagnosticare. È arrivato chi aveva male ai denti, orecchi, occhi, chi piangendo se ne andava con un responso triste al seno, o tiroide. Ti sei avvalsa dell’aiuto di medici bravi, competenti, oss, Ota, dirigenti, impiegati, persone addette all’ accoglienza e negli anni, hai accolto anche gli stranieri, che da te cercavano cure. Hai dato lavoro a tantissime persone, accogliendone anche alcune con problemi fisici, o psicologici. Hai dato rifugio a barboni, oggi chiamati in altro modo, hai offerto bagni, acqua, ristoro, compagnia, hai favorito tanti incontri e conoscenze, sviluppato amicizie e nonostante la moka del caffè fosse ben nascosta, lasciavi che il suo aroma si diffondesse ovunque… per farci sentire a casa e soprattutto perché siamo umani. Oh, si… ci sono stati anche interventi di polizia o ambulanze, sei stata scossa dal terremoto e ci siamo trovati tutti in strada ai tuoi piedi tremanti e impauriti, ma felici che avevano retto.
Ora, con la tua età, dopo aver fatto tanto per noi, ti hanno giudicata fatiscente e ti hanno venduta al miglior offerente come una cosa che non serve più. È pensare che tu hai dato tanto a questa città… Mi auguro che quando ti abbatteranno, non soffrirai troppo, perché ricorda: una grande quercia può cadere, ma le radici rimangono. Come le tue che rimarranno nei nostri cuori. Mi auguro anche che ciò che ti sostituirà, non sarà il solito buco nell’acqua, per cercare di dare vanto e lustro a una città morente.
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