REGGIO EMILIA – “La situazione occupazionale di Reggio Emilia è preoccupante: i dati di Unioncamere testimoniano che c’è una flessione che perdura nel tempo e che è ben lungi da passare”.
La Cgil interviene sulla flessione dei nuovi contratti di lavoro. Secondo Unioncamere, dicembre dovrebbe chiudersi con l’attivazione di 2.380 nuovi contratti, vale a dire il 12,8% in meno rispetto al dicembre dello scorso anno. “Un dato preoccupante, seppur non sorprendente che, se viene abbinato alla esplosione delle ore di cassa integrazione ci dipinge una provincia in forte crisi sul piano dell’occupazione”, sottolinea il segretario della Camera del Lavoro di Reggio, Cristian Sesena.
Già nella primavera del 2023 il Centro studi della Cgil Reggiana aveva presentato uno studio da cui emergeva che un rapporto di lavoro su tre era precario e tale rimaneva anche dopo due anni dall’attivazione. L’autunno ha poi registrato la pesantissima crisi del comparto artigiano, a partire da quello metalmeccanico, la pesantissima vertenza Meta System (con 600 rapporti di lavoro a rischio) e le tante incognite nel settore ceramico. Per la Cgil urgono risposte a tutti i livelli a partire dal Governo: “Servono interventi, a livello governativo abbiamo bisogno di nuovi ammortizzatori sociali, di politiche attive per il lavoro ma anche a livello locale dobbiamo fare ognuno la nostra parte: le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali e anche le istituzioni perchè è giunto il momento di dare gambe al patto per il lavoro anche rivedendolo nell’ottica dei tempi che sono cambiati”.
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