MODENA – Anche il settore Ceramico chiede un cambio di passo al Governo sugli investimenti, in particolare nell’approvvigionamento di energia: il timore è quello di una forte frenata legata alla crisi congiunturale e in particolare quella tedesca.
I primi a lanciare l’allarme erano stati i produttori di acciai, subito dopo la presentazione di una Manovra Economica che per i comparti industriali energivori prevedeva ben poco. Lo stesso vale per la Ceramica, che ha visto sparire dai programmi futuri del Governo le misure efficacemente introdotte nel 2022 per contrastare l’impennata dei costi energetici e oggi reclama investimenti pubblici a favore di un settore che rischia di risentire pesantemente della crisi internazionale e, soprattutto, di quella tedesca.
Il settore ceramico vuole tornare a spingere e, accanto alle necessità legate ai costi energetici, rilancia la caccia al personale giovane e di talento, da formare presso le aziende o in ambito scolastico pubblico: l’intenzione è quella di non smettere di investire nell’innovazione, processo che però richiede nuove competenze a cui destinare le risorse.
Una caccia ai talenti che Confindustria Ceramica vuole iniziare già dalle scuole medie: 250 quelle coinvolte in sei province nel progetto che mira, a lungo termine, ad attrarre giovani lavoratori nei grandi stabilimenti del Distretto.
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