REGGIO EMILIA – Interpump ha firmato un accordo con Pgim che concede al gruppo di Sant’Ilario la possibilità di emettere nell’arco dei prossimi 3 anni obbligazioni fino ad un massimo complessivo di 300 milioni di dollari alle condizioni contrattuali negoziate inizialmente, con durata massima di 20 anni. Contestualmente sono stati emessi titoli obbligazionari per un importo pari a 100 milioni di euro, con scadenza a 10 anni e un tasso pari al 4,17%. Intanto il 18 marzo il consiglio di amministrazione di Interpump approverà il progetto di bilancio 2023.
L’imprenditoria reggiana è ricca di storie di successo, ma poche possono vantare i numeri di Interpump. Nata nel ’77 per iniziativa di Fulvio Montipò, l’azienda è cresciuta rapidamente. Nel ’96 fu una delle prime società reggiane a quotarsi a Piazza Affari. Grazie a una gestione lungimirante, a scelte azzeccate e a decine di acquisizioni, Interpump è stata protagonista di una cavalcata che nel 2022 l’ha portata a superare i 2 miliardi di euro di ricavi.
Negli anni il gruppo di Sant’Ilario ha inglobato altre importanti aziende della nostra provincia, come Walvoil e Reggiana Riduttori. Nel ’96, quando si quotò, Interpump raccolse sul mercato 77 milioni di euro. Oggi in Borsa vale 5 miliardi.
Negli ultimi dieci anni il gruppo ha distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi 257 milioni di euro. I dividendi rappresentano in media il 17% dei profitti netti realizzati da Interpump nel periodo, pari a 1,5 miliardi. Significa che gran parte degli utili viene reinvestita nell’azienda. L’anno scorso il colosso di Sant’Ilario ha staccato cedole per quasi 33 milioni. Più di 8 milioni sono andati a IPG Holding, la finanziaria di Montipò e delle figlie Leila e Laura. L’imprenditore Claudio Bulgarelli, ex proprietario di Hydrocontrol, originario di Reggio, ha incassato 1,3 milioni di dividendi; Giannicola Albarelli, presidente di Reggiana Riduttori, 1 milione e 150mila euro.
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