REGGIO EMILIA – “Io ero piccolino per la mia età e, arrivato alle superiori, ho vissuto due anni durissimi. Venivo deriso e picchiato, non potevo nemmeno entrare nello spogliatoio perché rischiavo di prendere delle botte dai compagni. Grazie alla boxe ho imparato a darmi forza, a credere in me stesso“, confida a Silvia Casali, Manuel Cucci una delle punte di diamante della Reggiana Boxe Olmedo.
L’incontro più importante, salendo sul ring, però, lo ha già vinto: da adolescente bullizzato a giovane uomo che nel pugilato ha trovato la strada da provare a percorrere sulla spinta degli ottimi risultati già conquistati: vicecampione regionale in carica, nella categoria 60 chilogrammi, con all’attivo 26 vittorie in 43 match, e alle porte il passaggio al professionismo. La sua è una storia di riscatto: “Per me la boxe significa sacrificio e costanza, anche nell’alimentazione. Ho imparato a prendermi cura di me e ho trovato una seconda famiglia in palestra”.
Oggi Manuel Cucci lavora part-time in un istituto di vigilanza, un impegno che gli consente di mantenere la propria indipendenza economica senza rinunciare a due allenamenti quotidiani. Sostenuto dai genitori e dalla fidanzata, ha già raccolto soddisfazioni importanti a livello regionale e ha maturato esperienza in decine di match. Ora il traguardo è vicino: manca solo l’ultima visita medica per l’atteso passaggio al professionismo.
“La boxe è l’antidoto migliore al bullismo – conclude Cucci – Ti obbliga a credere in te stesso e a fidarti dei compagni. Per me è stato così: ho trasformato le ferite in forza e oggi posso guardare avanti con fiducia“.
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