VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – I cittadini che fanno parte degli Usi Civici di Febbio annunciano battaglia legale contro il commissariamento deciso dall’Unione dei Comuni e dal Comune di Villa Minozzo.
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“Il provvedimento è illegittimo anche nel merito – sottolinea l‘avvocato Italo Rovali – Va contro la gente che ha risollevato Febbio”.
Gli Usi Civici, che nel 2013 avevano acquistato gli impianti di Febbio dal fallimento dell’Altro Crinale srl per 140mila euro, sono stati commissariati dall’Unione dei comuni dell’Appennino reggiano. L’Asbuc, oggi composta da 5 cittadini-amministratori, non avrebbe presentato i bilanci all’ente pubblico. “Non li abbiamo presentati – spiega il legale – perché una legge quadro del 2017 dice che abbiamo piena autonomia e non è un obbligo”.
E lo stesso Rovali annuncia una battaglia legale. “Presenterò denuncia per abuso d’ufficio e poi farò ricorso a una corte amministrativa, infine stiamo interessandoci per presentare una delibera in Parlamento o in Regione”.
I rapporti dell’Asbuc con il Comune di Villa Minozzo non sono mai stati idilliaci, nemmeno con la società la ‘Contessa’ a cui gli stessi Usi Civici hanno affidato la gestione degli impianti. “Avevano presentato varie richieste che abbiamo ritenuto inaccettabili”, spiega il presidente Rino Marchiò.
Ora il concerto di Max Gazzè, nel frattempo rimandato al 3 agosto, ha esacerbato gli animi. Il pastore che ha portato gli asini sotto la seggiovia ha chiesto scusa, ma le perplessità restano. “Forse non è il caso di fare un concerto su un’area di pascolo degli Usi civici”, aggiunge Marchiò.
Il futuro di Febbio dunque è ancora incerto, gli Usi Civici avrebbero dovuto eleggere nuovi rappresentanti, ma il Covid ha fatto slittare tutto. E il Comune? “Ha fatto una delibera per diventare proprietario dell’area, ma non è possibile – chiosa Rovali – E’ come Totò che prova a vendere la fontana di Trevi”.