GUASTALLA (Reggio Emilia) – Il telefono di Federico Tosi è puntato verso l’orizzonte della Guyana francese. Sono le 14,14 ora italiana quando accade quello che l’astrofisico di Guastalla dell’Istituto nazionale di astrofisica aspetta da tanto tempo: “E’ un punto di arrivo per il lavoro di 17 anni ma è anche una partenza per il sistema di Giove’.
Sulla rampa di lancio c’era Juice, la sonda protagonista di una delle più importanti missioni spaziali europee:”Questa è la prima volta che l’Europa si spinge da sola verso il sistema di Giove – ci ha detto lo scienziato – ed è importante perchè è una missione completamente dedicata allo studio delle lune galileiane, non tutte ma quelle che sono più indiziate per avere oceani di acqua liquida sotto la propria superficie”.
E acqua significa vita ed ambienti potenzialmente abitabili. Quattro dei dieci strumenti impiegati nelle ricerche sono a guida italiana, Federico ha lavorato a tre di questi: un radar, uno spettrometro e una fotocamera ottica. Ma l’impegno dell’astrofisico reggiano è tutt’altro che terminato: “Continuo ad amministrare a livello internazionale uno dei gruppi che devono coordinare o pianificare le osservazioni in particolare delle superfici di queste lune, come Ganimede, Callisto ed Europa. Dovrò cercare di capire quali sono le regioni più interessanti, le zone in cui lo scambio di materiale liquido tra l’interno e la superficie potrebbe essere stato più frequente ed intenso in un passato più o meno recente”.
Juice arriverà nel sistema di Giove nel 2031, quando comincerà ad inviare i primi dati per aprire una nuova fase delle esplorazioni spaziali: “Alla metà degli anni 2030 dovremmo saperne di più su come sono fatte queste lune al loro interno – conlclude Federico – e quindi immaginare addirittura potenziali missioni future che possono scendere sulla superficie, scavare e vedere quello che c’è sotto”.
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