REGGIO EMILIA – Sta facendo molto discutere il caso della società di calcio giovanile Progetto Aurora, che ha dovuto rinunciare all’iscrizione al campionato Esordienti per sopraggiunte restrizioni nelle norme di tesseramento di minorenni extracomunitari. Molte le reazioni della politica, delle istituzioni dello sport.
Il caso dell’irrigidimento delle norme sul tesseramento dei minori stranieri nelle società calcistiche approda in Parlamento: il deputato reggiano del Pd, Andrea Rossi, ha rivolto una interrogazione al ministro Abodi. “E’ umiliante escludere i ragazzi dallo sport e dal calcio. E non può avvenire a Reggio Emilia, impegnata sui diritti delle persone e in particolare su quelli di cittadinanza, non ancora riconosciuti”. A intervenire sulla vicenda delle complicazioni per il tesseramento di giovani calciatori extracomunitari a causa dell’abrogazione della legge sullo “Ius soli calcistico”, di cui è rimasta vittima in particolare la società del Progetto Aurora, è il Comune di Reggio attraverso le parole dell’assessore allo Sport Raffaella Curioni e del presidente della Fondazione per lo Sport, Mauro Rozzi.
Dura anche la reazione della Uisp: “Giocare è un diritto universale per ogni bambino, non è un’opportunità e non può essere una gentile concessione di qualche astruso burocrate”. Sulla questione si è mobilitata anche la Regione attraverso il capo della segreteria politica Giammaria Manghi, cui è affidato il compito di tenere i rapporti con il mondo delle società sportive. “Convocheremo un tavolo e faremo le verifiche con le federazioni”.
Le norme non possono ostacolare l’inclusione e l’integrazione, ammonisce il rappresentate della Regione. L’abrogazione dello Ius Soli calcistico e l’irrigidimento del percorso di tesseramento per i minori stranieri deriva dalla volontà di contrastare la tratta di minori stranieri, spesso fatti arrivare in Europa da pseudo agenti o da dirigenti senza scrupoli per giocare a calcio nei settori giovanili.
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