REGGIO EMILIA – “Anche nel microcosmo reggiano in questi 50 anni, perché sono qui da oltre 50 anni, si è assistito a un rivoluzionamento dell’organizzazione e delle prestazioni dell’ospedale, che è passato da una funzione puramente assistenziale a un più complessa, dove hanno trovato posto la ricerca e la formazione, è uno dei pochi meriti che mi attribuisco”.
Italo Portioli ha compiuto 91 anni, 50 dei quali passati al Santa Maria Nuova. Primario di Medicina dal 1969 al 1997, è stato anche vicepresidente del comitato etico, docente universitario e non ha mai smesso di essere un ricercatore. Portioli ha dato un grande contributo al riconoscimento dell’ospedale reggiano come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs). “Coordinai il gruppo di lavoro”, ricorda.
Per celebrare il suo 91° compleanno medici, amministratori e dirigenti dell’Azianda Usl gli hanno dedicato un libro: “Italo Portioli, la Medicina tra scienza e umanesimo”. Il volume raccoglie quasi 50 testimonianze che delineano il profilo di uomo di scienza e di cultura, attento alle complessità sociali e umane. A parlarne sono i colleghi medici, i direttori generali che si sono succeduti negli anni e gli amministratori pubblici. Tra i contributi rilevanti quelli di Romano Prodi, di Giovanni Apolone, attuale direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori, e di Nicola Magrini, oggi direttore di AIFA-Agenzia Italiana del Farmaco. “Mi ha fatto molto piacere, ci sono contributi molto forti, molti dei quali sottolineano il fatto che la qualità dell’ospedale è poi ‘esondata’ sulla città”.
Alla pubblicazione del volume hanno contribuito Apro Onlus e Grade. “Lo conosco personalmente come medico, un grande uomo, sempre preparatissimo in tutti i campi”, sottolinea Giovanni Fornaciari, presidente di Apro Onlus. “Si ripercorre la carriera di una figura che ha dato tanto alla città”, chiosa Stefano Luminari, vicepresidente di Grade onlus.
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