REGGIO EMILIA – Si è trascinata fino alla cassazione la vicenda che vide il licenziamento dalla Italcuscinetti di Rubiera di Mirco Gilioli, Rappresentante sindacale aziendale della Filcams Cgil Reggio Emilia che da sempre aveva ritenuto “ingiustificato e illegittimo” il provvedimento comminato dall’Azienda.
Ad esprimere soddisfazione è proprio il sindacato reggiano in una nota: “Nel marzo 2019, ritenendo che il lavoratore avesse fruito in modo non adeguato dei permessi della legge 104 per assistere un familiare gravemente ammalato, l’Azienda lo aveva licenziato. Era poi stato reintegrato dopo la sentenza giudiziaria arrivata un anno e mezzo dopo il licenziamento. Una vicenda che aveva visto la condanna in primo grado dell’Azienda, confermata anche nel secondo grado di giudizio. Vicenda che si era riaperta, inaspettatamente nel 2021, con la notifica da parte di Italicuscinetti del ricorso in Cassazione”.
La Filcams Cgil “ha messo in campo da subito tutte le azioni volte ad ottenere un dialogo con l’Azienda per il ritiro del provvedimento di licenziamento. Purtroppo si è dovuti arrivare a ben tre gradi di giudizio e l’8 agosto 2024 – finalmente – la Suprema Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del comportamento tenuto dal lavoratore e ha rigettato il ricorso dell’Azienda” dichiara Irene Greco del sindacato reggiano.
La decisione aziendale di ricorrere in Cassazione è arrivata dopo la ripresa delle assemblee sindacali e il reintegro del lavoratore, che era – ed è – anche l’unico Rappresentante sindacale aziendale.
“A noi è sembrato un accanimento ingiustificato e un modo per affermare che chi lavora non può permettersi di esercitare i propri diritti, sia di lavoratore che di cittadino, tutelati dalla legge. Ieri, con la pubblicazione della Sentenza della Corte di Cassazione, si è chiuso definitivamente e positivamente per il lavoratore, per la tutta la sua famiglia, per la Filcams Cgil di Reggio Emilia e per tutte e tutti i colleghi di Mirco, questo bruttissimo capitolo” conclude la Greco.
Commenta invece Gilioli: “Con questa sentenza della Corte di Cassazione finalmente si chiude un tormento durato 5 anni che ha messo a dura prova tutta la mia famiglia e che ha fatto trionfare la verità”.
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