REGGIO EMILIA – Liceo Classico in crisi. Il numero di studenti di terza media che al 30 gennaio ha effettuato la pre iscrizione è sensibilmente calato rispetto agli anni precedenti, sia a livello nazionale che nel nostro territorio. E’ un indirizzo di studio ormai anacronistico e poco spendibile nel mondo del lavoro? Un quesito che abbiamo posto alla dirigente dell’Ariosto Spallanzani Rosesella Crisafi, ospite della nostra trasmissione “Il graffio”: “Credo che lo studio delle lingue classiche siano anch’essi studi analitici e logici, come in problema matematica si imparano le regole per applicarle in contesti diversi, così nel tradurre un testo antico. Non a caso più del 40% circa di chi esce dal classico non fa discipline umanistiche all’università”.
A spingere alle iscrizioni verso istituti, tecnici, scientifici o professionali è da tempo il mondo delle imprese. Unindustria Reggio ha recentemente rimarcato come 4 aziende su 10 non riescano a reperire sul mercato del lavoro i profili ricercati: “L’orientamento oltre a cercare di capire quelle che sono le abilità, le attitudini e gli interessi degli studenti, dovrebbe cercare di far capire quali sono le tendenze del mondo del lavoro perché altrimenti si rischia di avere un gap”, ha detto Alberto Seligardi, responsabile area Education di Unindustria.
Al dibattito ha partecipato anche la madre di uno studente di terza media che non ha nascosto le difficoltà di fronte alle quel spesso si trovano le famiglie: “A quell’età è difficile per un ragazzino capire cosa fare da grande, spesso poi le scelte per la scuola superiore sono influenzate dagli amici”, ha detto Francesca Conti.
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