REGGIO EMILIA – Evitare aumenti dei compensi per amministratori e manager in una fase difficile per tante famiglie e imprese. E’ stata questa la scelta di Iren rispetto alle retribuzioni 2022 riconosciute ai dirigenti con responsabilità strategiche, una decina di manager cui fanno capo la direzione e il controllo delle attività del gruppo.
Il vecchio Consiglio di amministrazione, preso atto di una serie di raffronti che evidenziavano compensi inferiori di oltre il 20% alla media del mercato, aveva invitato a valutare l’opportunità di un adeguamento verso l’alto. Ma il nuovo Consiglio, insediatosi nel giugno scorso, ha deciso di rimandare tutto di un anno: “In considerazione del contesto esterno e della situazione economica e sociale del Paese – si legge nella relazione sulle politiche di remunerazione – quale scelta di responsabilità sociale, si è ritenuto di posticipare l’azione di progressivo adeguamento retributivo a partire dal 2023”.
Insomma, se ne riparlerà nei prossimi mesi. Per l’anno scorso, invece, fra il 30 marzo e il 4 aprile il Cda ha verificato il conseguimento degli obiettivi da parte di Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato e direttore generale, e dei dirigenti con responsabilità strategiche. Sia l’uno che gli altri, secondo il consiglio, hanno conseguito oltre il 90% degli obiettivi prefissati, facendo scattare i bonus previsti. Ad Armani, tra compenso fisso e incentivi, sono andati 590mila euro. Per otto dirigenti con responsabilità strategiche sono invece stati deliberati emolumenti complessivi pari a 2,2 milioni di euro. Tra gli amministratori, invece, Iren ha riconosciuto 122mila euro al presidente Luca Dal Fabbro, 150mila all’ex presidente Renato Boero e 140mila al vicepresidente Moris Ferretti.
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