REGGIO EMILIA – Iren si è rivolta al Tar per chiedere l’annullamento della gara indetta per individuare il soggetto che dovrà gestire operativamente il servizio idrico della provincia di Reggio.
Cosa c’è dietro il braccio di ferro fra il gruppo dei servizi pubblici e Atersir? In ballo ci sono le modalità di gestione di una concessione che vale 1 miliardo e 560 milioni di euro più Iva in 20 anni. Iren – interpellata da Tg Reggio – non intende spiegare le ragioni del ricorso contro il bando. La risposta alla domanda si trova nei documenti di gara approvati dal Consiglio di Ambito con delibera del 24 maggio dell’anno scorso. Documenti e delibera di cui Iren chiede l’annullamento.
In quelle carte si può leggere che i ricavi derivanti dal servizio (pari a circa 78 milioni all’anno) saranno incassati non dal socio operativo – chiunque sia, Iren o altre aziende del settore – ma da Arca, la società a maggioranza pubblica controllata dai Comuni reggiani attraverso Agac Infrastrutture. Al gestore operativo privato “spetterà un corrispettivo da parte di Arca”, calcolato sottraendo ai ricavi sia i costi sostenuti da Arca, sia le quote tariffarie spettanti ad Agac Infrastrutture e ai Comuni.
“Il socio privato – si legge nel modello gestionale elaborato da Atersir – fungerà da soggetto finanziatore del servizio”. Come? Sostenendo gli investimenti previsti dal piano (pari a 19 milioni di euro all’anno) e versando ad Arca entro 90 giorni dalla stipula della convenzione un finanziamento per il riscatto dei cespiti del gestore uscente Ireti, stimato in quasi 218 milioni di euro.
In sostanza, il socio privato operativo dovrebbe farsi carico della gestione, fare gli investimenti e assumersi il rischio d’impresa senza poter incassare direttamente i ricavi tariffari. E’ un modello penalizzante per un’azienda privata del settore. Ma va detto che è in linea con l’obiettivo enunciato in questi anni dai sindaci reggiani: quello di riportare il servizio idrico in capo a una società a maggioranza pubblica senza accollarsi direttamente la gestione, ma sottoponendo il gestore a uno stringente controllo in materia di tariffe, qualità del servizio ed effettiva realizzazione degli investimenti.
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