REGGIO EMILIA – Una condotta commerciale aggressiva, che viola sia il codice del consumo, sia il decreto del precedente Governo che ha bloccato le tariffe di gas ed energia elettrica, procurando un danno economico a un gran numero di clienti.
E’ ancora più sferzante di come era apparso sulle prime il giudizio dell’Antitrust sulla condotta di Iren in materia di revisione dei contratti a prezzo fisso. Nelle 9 pagine del provvedimento, l’autorità garante della concorrenza e del mercato sostiene che le lettere inviate da Iren ai clienti sono in contrasto con le norme e con i diritti dei consumatori. Prima, l’azienda ha percorso la strada della modifica unilaterale delle condizioni contrattuali. Poi, secondo l’Antitrust, quando questa strada è stata sbarrata dal Governo, Iren ha cercato di aggirare l’ostacolo comunicando ai clienti la scadenza di validità delle offerte a prezzo fisso.
“Una palese modalità di elusione del citato divieto”, si legge nel provvedimento; una mossa che, “sebbene non qualificata come modifica unilaterale, risulta pienamente rientrare nel divieto” stabilità dall’articolo 3 del decreto Aiuti bis, “che ha previsto in via eccezionale la sospensione dell’efficacia di qualsiasi clausola contrattuale che consenta la modifica delle condizioni di vendita”. Le comunicazioni inviate in agosto ai clienti, aggiunge l’autorità, sostituiscono espressamente quelle precedentemente inviate nel periodo maggio-luglio: “È quindi Iren stessa – stabilisce l’Antitrust – che ammette come la condotta ora in esame sia stata posta in essere al fine di sostituire le prospettate modifiche unilaterali delle condizioni di fornitura”.
La condotta dell’azienda, si legge ancora, presenta “profili di aggressività” per mezzo dei quali Iren “appare esercitare un indebito condizionamento nei consumatori, inducendoli ad accettare le nuove condizioni economiche di fornitura”. Per i clienti coinvolti, conclude l’Antitrust, “la continuazione della condotta contestata, da parte di Iren, comporta un pregiudizio economico consistente nella corresponsione di un onere significativamente maggiore per la fornitura dei servizi di energia e gas, rispetto al prezzo precedentemente pattuito, che hanno invece il diritto di continuare a vedersi applicare”.
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