REGGIO EMILIA – Iren chiude il semestre più turbolento della propria storia con buoni risultati di bilancio. L’arresto con l’accusa di corruzione di Paolo Signorini, ormai ex amministratore delegato, il 7 maggio scorso, non ha influito sull’andamento del gruppo. I conti dei primi sei mesi del 2024 evidenziano una certa stabilità, con l’utile netto in lieve crescita a 145 milioni di euro. In realtà, lo scenario in cui opera Iren ha subito cambiamenti notevoli: il prezzo del gas è diminuito, quello dell’energia elettrica è addirittura crollato del 31% rispetto all’anno scorso. Il calo dei prezzi e la flessione dei consumi sono costati ad Iren quasi 370 milioni di ricavi.
Ma minori ricavi non significa necessariamente minori profitti. Il margine operativo lordo nella commercializzazione del gas è anzi passato da 60 a 78 milioni, quello della commercializzazione dell’energia elettrica da 33 milioni a 60. Il vicepresidente esecutivo di Iren, il reggiano Moris Ferretti, commentando i risultati, ha sottolineato le 650 assunzioni e i 369 milioni di investimenti. Una parte di questi investimenti è servita a rinnovare le reti acquedottistiche e ha consentito di ridurre al 30% le perdite idriche a livello di gruppo.
Iren, conti stabili e utile in crescita a 145 milioni nel primo semestre. VIDEO
29 luglio 2024Il consiglio di amministrazione ha approvato oggi i conti. Il calo dei prezzi e la flessione dei consumi sono costati alla multiutility quasi 370 milioni di ricavi