REGGIO EMILIA – “In questi giorni vigileremo”. Così Rino Soragni, presidente di Federconsumatori Reggio, all’indomani di quella che definisce “una bomba”, ovvero gli esiti dell’istruttoria dell’Antitrust avviata dieci giorni fa nei confronti di quattro società energetiche tra le quali Iren. Il responso dell’autorità è che le comunicazioni che Iren ha inviato ai suoi clienti proponendo una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali sono da ritenersi “illecite” e che l’azienda è tenuta a non modificare i prezzi fino al 30 aprile 2023.
Con quel ‘vigileremo’, Soragni si riferisce al periodo di cinque giorni appena scattato entro il quale Iren dovrà dimostrare di aver rispettato le misure decise, anche se occorre ribadire che la multiutilty ha tre mesi di tempo per ricorrere al Tar.
Iren si accoda alle parole di Utilitalia, la federazione delle imprese energetiche, ambientali e idriche, dicendo che “i provvedimenti cautelari adottati dall’autorità garante della concorrenza e del mercato rischiano di generare un gravissimo impatto sulle attività delle aziende e di danneggiare gli stessi clienti”. Ma Federconsumatori, associazione che proprio nei nostri studi a fine settembre aveva annunciato di aver presentato un esposto in virtù del fatto che per proporre modifiche alle tariffe bisognasse attendere il decreto Aiuti Bis, vigilerà anche su una questione che si inserisce nella vicenda più ampia: quella che riguarda le persone che hanno già sottoscritto con Iren un nuovo contratto dopo il 10 agosto, data che invece rimane come riferimento per le tariffe dopo il pronunciamento dell’Antitrust. L’autorità ha infatti disposto che Iren mantenga il prezzo del gas che applicava all’epoca. Le società dovranno informare i clienti, con la medesima modalità, che le comunicazioni precedentemente inviate sono inefficaci.
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