CAMPEGINE (Reggio Emilia) – Interrogatorio di garanzia questa mattina in tribunale per Nicola Ferrante, il 34enne accusato di omicidio stradale colposo per la morte di Abbas Uddin, investito 40 giorni fa a Campegine. Il suo avvocato ha chiesto e ottenuto la revoca dei domiciliari.
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Quella sera, il 13 febbraio, ha sentito il rumore dell’urto e si è fermato: è sceso dall’auto, ha visto l’ammaccatura, ma attorno non ha notato nulla, nessuna persona a terra ferita; non ha visto nessuna bicicletta, ed è ripartito. E’ la versione di Nicola Ferrante, il 34enne arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di omicidio stradale colposo.
“Non c’è stata nessuna omissione di soccorso, il mio cliente non ha potuto rilevare la presenza di una persona”, dice il suo avvocato, Nino Ruffini, che ha chiesto e ottenuto la revoca dei domiciliari. Ferrante è libero in attesa di giudizio. I carabinieri sono arrivati al 34enne di Sant’Ilario dopo 40 giorni dalla morte di Abbas Uddin, rimasto esanime nel canale di via Marconi a Caprara di Campegine a pochi metri da casa.
Ai militari che lo hanno trovato partendo da frammenti della carrozzeria dell’auto rimasti sulla strada e risalendo al suo luogo di lavoro, Ferrante ha detto di aver pensato di aver urtato un grosso animale e di non averlo segnalato perché senza assicurazione, ma che il giorno dopo dalle notizie aveva appreso che un uomo era stato investito proprio in quel punto. Davanti al gip Andrea Rat però il 34enne ha detto di non essere venuto a conoscenza del fatto nei giorni successivi. “Le dichiarazioni fatte senza l’avvocato sono inutilizzabili”, precisa Ruffini.
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