CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – L’ospedale Sant’Anna di Castelnovo non è a rischio chiusura anzi rilancia con investimenti e la riqualificazione dei principali servizi. Lo hanno anticipato i vertici dell’Ausl reggiana ad un partecipato incontro con la cittadinanza che si è svolto all’Oratorio Don Bosco. Un confronto che si è reso necessario per chiarire la situazione dopo settimane di indiscrezioni su possibili riduzioni o chiusure. Il nosocomio nato nel 1931 è di fatto il riferimento sanitario principale per tutta la montagna reggiana.
Senza nascondere le difficoltà figlie di oltre due anni di pandemia che hanno interessato la sanità, la Direttrice generale Cristina Marchesi ha anticipato investimenti per 16 milioni di euro previsti nei prossimi anni sia sull’Ospedale che per la Medicina del territorio. Nei piani della sanità locale l’intenzione di andare verso una specializzazione dei presidi sul territorio: Guastalla, Reggio e Castelnovo Monti che rimarranno con una loro specializzazione, dunque tre poli con più specialità.
Nello specifico del programma di investimenti: 3 milioni di euro saranno destinati al Pronto Soccorso, 7,3 milioni andranno per l’adeguamento sismico e questo comporterà lo spostamento temporaneo di alcuni reparti. 1,7 milioni di euro per le nuove dotazioni tecnologiche come una nuova risonanza magnetica e il mammografo. Acquisti resi possibili dai fondi del Pnrr.

Nota molto dolente quella legata al personale che manca e che si fatica a reperire: nel comparto montano mancano i medici di base, 9 i posti non coperti su 17 tanto che a Casina la guardia medica è garantita solo nei fine settimana mentre si è cercato di fornire continuitò assistenziale nei comuni più disagiati come Ventasso e Villa Minozzo. Soffre anche la Medicina Interna del Sant’Anna con l’organico passato da 9 a 6 medici e questo come spiegato il Direttore del presidio ospedaliero , Giorgio Mazzi, significa non riuscire a garantire tutti i posti letto che sono stati ridotti di 10 unità.
A livello provinciale mancano anestesisti, internisti, medici per i l Pronto soccorso e la medicina generale. Sempre Mazzi ha ricordato che “proprio per il pronto soccorso a livello provinciale sono in servizio 63 medici mentre la necessità sarebbe di 94”.

Alla serata erano presenti diversi medici e specialisti del Sant’Anna e del Santa Maria Nuova, tra i quali il dottor Antonio Poli Direttore dell’Ospedale castelnovese e la dottoressa Sandra Coriani direttrice delle Professioni sanitarie Ausl e la dottoressa Sonia Gualtieri direttrice del Distretto appenninico.
Per il Sindaco di Castelnovo, Enrico Bini: “Il Covid ha evidenziato l’importanza di puntare sui servizi sanitari diffusi sul territorio – ha detto – l’Ospedale in primis perché è impensabile che l’Appennino sopravviva senza il Sant’Anna, su questo tutti noi Sindaci ci mettiamo la faccia e l’impegno quotidiano, al di là dell’estrazione politica di ciascuno di noi su questo siamo tutti allineati. Ma sono fondamentali anche gli altri servizi di Medicina del Territorio, quelli che vanno incontro al paziente vicino alla sua residenza”.

Il dottor Mazzi ha poi ripercorso le specializzazioni che oggi caratterizzano il Sant’Anna e ne rappresentano punti di eccellenza: la cardiologia e in particolare la riabilitazione cardiologica, l’attività chirurgica che sta riprendendo gradualmente i volumi pre-Covid, l’ortopedia che dopo la riorganizzazione insieme a Scandiano sta aumentando gli interventi in modo consistente, con la capacità di diventare più attrattiva anche per giovani professionisti (ne sono arrivati due nell’ultimo anno, e da pochi giorni anche un giovane chirurgo), l’urologia che potrà contare su una ulteriore sala per gli interventi da maggio, l’otochirurgia per la quale è centro di riferimento provinciale, la chirurgia flebologica che assolve il 50% dell’attività provinciale e gli altri servizi attivi nel nosocomio appenninico.
La dottoressa Marchesi ha poi illustrato altri investimenti di medicina territoriale previsti nell’ambito del Pnrr: tre nuove Case di Comunità a Castelnovo, Villa Minozzo e Carpineti, il nuovo Ospedale di Comunità (OSCO) e la Centrale Operativa Territoriale (COT) a Castelnovo. La Direttrice Generale ha anche specificato che nessuno di questi servizi si sovrappone o in qualche modo inciderà sull’attività del Sant’Anna, sono destinati alla prima assistenza per chi non può essere seguito a domicilio ma non richiede un ricovero.
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