di Andrea Braglia
CEO Aequilibrium Multifamily Office
Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse verso gli investimenti alternative, ossia quegli strumenti che non rientrano nella categoria degli investimenti finanziari tradizionali, quali azioni, obbligazioni, fondi comuni e strumenti monetari.
Oggi gli investimenti alternative vengono utilizzati da investitori tradizionali, istituzionali, family office, ma anche dai millennials, che sono interessati in particolare agli hedge funds; la gen X punta anche sul venture capital, mentre i baby boomers sul private equity. Gli strumenti alternative più riconosciuti e utilizzati sono:
private equity, investimenti in aziende non quotate, in fase di forte sviluppo;
venture capital, investimenti in aziende quotate, ancora in fase di costituzione;
hedge funds, strumenti che adottano strategie e tecniche non tradizionali nella gestione degli asset, allo scopo di massimizzare il rendimento e la diversificazione;
asset reali alternativi come metalli e pietre preziose, risorse naturali e investimenti nel settore immobiliare;
fondi da collezione, ad esempio fondi sull’arte, su vini rari e auto d’epoca.
Gli investimenti alternative si distinguono da quelli tradizionali sia in termini di opportunità di rendimento che di strategia sottostante. La principale differenza, nonché il motivo della loro crescente popolarità, è la bassa correlazione con i mercati finanziari tradizionali, che consente a questi strumenti di avere un trend del tutto “indipendente” rispetto agli indici azionari e obbligazionari globali. Gli investimenti alternative, inoltre, grazie a una volatilità contenuta, permettono di diversificare il portafoglio finanziario e di ottenere un rendimento complessivo più stabile, soprattutto nelle fasi di incertezza dei mercati finanziari. Questi investimenti sono caratterizzati da:
bassa correlazione e rendimento elevato rispetto agli asset finanziari tradizionali;
minore liquidità, ossia scambi e volumi inferiori rispetto agli strumenti quotati. Inoltre, a volte, ci sono periodi di lock-up per poter effettuare investimenti in attività illiquide;
caratteristiche finanziarie più evolute, che comportano profili di rischio adeguati;
capitale minimo da investire, a volte, più alto rispetto agli investimenti tradizionali.
In virtù di queste caratteristiche e dell’orizzonte temporale mediamente più lungo rispetto agli investimenti tradizionali, gli strumenti alternative sono adatti soprattutto a investitori con portafogli strutturati, che intendono destinare una percentuale del proprio patrimonio a investimenti poco correlati con i tradizionali mercati quotati, dunque più stabili e meno rischiosi.
L’utilizzo degli alternative, inoltre, garantisce una migliore efficienza del rapporto rischio-rendimento nel portafoglio finanziario, efficienza che può essere ulteriormente ottimizzata tramite l’impiego di differenti strategie alternative, che contribuiscono a un’ideale diversificazione degli investimenti complessivi.
Gli alternative rappresentano opportunità di investimento innovative nell’economia reale, a volte poco conosciute dai nostri investitori che sono più abituati agli investimenti finanziari tradizionali, in primis quelli azionari e obbligazionari, spesso, però, in balia dei mercati finanziari.
Gli investimenti alternative, invece, proteggono i risparmiatori dai possibili rischi del contesto finanziario e per questo motivo, nonostante siano ad oggi ancora poco utilizzati in Italia, la loro percentuale nei portafogli finanziari è destinata a crescere in modo costante nel tempo.













