REGGIO EMILIA – La RU486, la pillola per l’interruzione di gravidanza, sarà disponibile nei consultori reggiani tra ottobre e novembre. Dopo l’annuncio della Regione, che ha deciso di attivare questo servizio anche in questi luoghi che costituiscono un presidio sanitario sul territorio per migliaia di donne e famiglie ogni anno, la rete reggiana si sta organizzando. Non tutti i consultori famigliari potranno offrire il servizio, che necessita di spazi che garantiscano la privacy, e poi occorrerà anche capire, strada facendo, quale sia la richiesta. Nella nostra provincia le donne che scelgono la pillola piuttosto che l’interruzione chirurgica sono circa il 75% del totale. Un dato alto, più alto di quello regionale.
“Entro le prime settimane si potrà fare in maniera ambulatoriale, poi in ospedale. Il progetto vede il consultorio come un luogo più vicino alle donne. Bisogna puntare molto sulla contraccezione e sull’attività di prevenzione, anche nelle scuole”, spiega Daniela Bertani, responsabile del programma Salute Donna.
Nei sei distretti della provincia sono 25 i consultori famigliari. “Siamo sottodosati, in alcuni distretti servirebbe implementare, anche solo gli orari di apertura”.
Quello che viene offerto in questi presidi da medici ginecologi e ostetriche è un pacchetto molto più ampio di un trattamento sanitario: una presa in carico a 360 gradi tra ascolto, dialogo, informazioni. Nel 2021 i consultori reggiani hanno registrato l’accesso di 17.056 utenti, di cui il 45% nel solo distretto di Reggio, che va da Puianello a Castelnovo Sotto. La fascia più rappresentata è quella tra i 25 e i 34 anni. 2.369 sono state le gravidanze prese in carico, mentre 543, sulle 658 totali operate sul territorio, le interruzioni di gravidanza.
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