REGGIO EMILIA – Da destra piovono critiche su TG Reggio per i servizi che hanno dato conto dell’interdittiva antimafia della Prefettura a carico del Consorzio Edilgest di Roberto Salati, segretario provinciale della Lega e capogruppo del Carroccio in Sala del Tricolore. Durante la presentazione della candidatura a sindaco di Giovanni Tarquini, il 16 marzo scorso, Salati ha descritto i servizi di Telereggio come una rappresaglia per il suo impegno politico.
“Sono sotto gli occhi di tutti gli attacchi che ho ricevuto e che quanti si metteranno in gioco per cercare di cambiare questo sistema dovranno ricevere. Più il Pd ha paura, più la sinistra ha paura, più attacca. E’ sotto gli occhi di tutti gli attacchi che stanno facendo con le loro trasmissioni e i loro strumenti mediatici”.
Cinque anni fa, quando Salati si candidò a sindaco di Reggio, la nostra testata sollevò interrogativi su alcune presenze nella compagine sociale del suo Consorzio e sulla mancata iscrizione alla white list della società e dei suoi singoli soci, attirandosi accuse e insulti dai sostenitori di Salati. Ora che l’interdittiva della Prefettura ha confermato con gli interessi la fondatezza di quegli interrogativi, Salati se la prende con noi.
Anche il candidato sindaco Tarquini, ospite venerdì scorso a Decoder, ha criticato la nostra emittente, che a suo giudizio avrebbe dato troppo risalto all’interdittiva della Prefettura e l’avrebbe presentata in termini non corretti. “Dare per otto, nove giorni di seguito, una informazione che porta un messaggio quasi di appartenenza e di consapevolezza di qualcuno o qualcosa a un mondo malavitoso, è una informazione sbagliata. Dal punto di vista tecnico le cose sono diverse: è un provvedimento di natura amministrativa, non penale, le persone che leggono i giornali al bar hanno bisogno di sentirsi dire che non è una sentenza penale”.
Tg Reggio ha informato sulla decisione della Prefettura e sui contenuti dell’interdittiva Edilgest così come ha fatto in passato per decine e decine di altre imprese. In questo caso l’attenzione è ancora più doverosa perché la società colpita da interdittiva antimafia era guidata da un amministratore pubblico, un protagonista della vita politica cittadina che 5 anni fa si è candidato a sindaco di Reggio.
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