REGGIO EMILIA – Sul palco della Fonderia va in scena la protesta di ballerini, tecnici e amministrativi della Fondazione Nazionale della Danza. Sabato sera gli spettacoli “Yeled” e “Shoot me” sono cominciatI con mezz’ora di ritardo. I lavoratori di Aterballetto dal palco hanno letto un comuncato sindacale per spiegare al pubblico le ragioni della protesta.
“Gentile pubblico – ha spiegato una lavoratrice con alle spalle un nutrito gruppo in rappresentanza dei circa 50 dipendenti della Fondazione – ci scusiamo per il disagio ma quest’oggi sarete testimoni della nostra volontà di manifestare il malcontento e la delusione seguiti al naufragio della trattativa inerente il rinnovo dell’Accordo Aziendale della Fondazione Nazionale della Danza. Le legittime richieste dei lavoratori dei settori Amministrativo, Artistico e Tecnico sono state rigettate integralmente dalla Direzione, pertanto domandiamo una maggiore tutela dei numerosi contratti la cui natura precaria non permette un’integrazione socio-economica nel panorama attuale e per i quali invochiamo a gran voce la stabilizzazione; oltre a ciò, il corretto riconoscimento delle qualifiche professionali e salariali per tutti coloro che ogni giorno lavorano duramente per riuscire ad offrirvi lo spettacolo migliore possibile.”
“È grazie al lavoro di noi tutti che siamo diventati il primo ed unico Centro Coreografico Nazionale – continua il comunicato -, per tutte queste ragioni è stato avviato uno stato di agitazione con l’obiettivo di riaprire la Trattativa; la nostra forma di protesta prevede il semplice slittamento dello Spettacolo di trenta minuti non volendo annullare la programmazione in modo che possiate comunque godere della qualità del lavoro svolto. Pertanto vi invitiamo a sostenerci. Grazie dell’Attenzione e Buona Serata”.
La replica della Fondazione
In merito allo stato di agitazione dei dipendenti, e al relativo comunicato della SLC CGIL del 6 maggio , la Fondazione nazionale della Danza oggi ha diramato un comunicato nel quale fornisce alcune precisazioni. La compagnia dei danzatori quanto il personale dell’FND, sono inquadrati nel rispetto del contratto nazionale e delle
norme vigenti, già migliorate da un integrativo. In discussione è unicamente il rinnovo di tale integrativo che – com’è noto – è opzionale. Il mancato rinnovo non
prefigurerebbe comunque alcuna inadempienza. L’ultima trattativa si è di fatto arenata sulla richiesta dell’area tecnica, ovvero di rendere automatico il meccanismo di stabilizzazione, nonostante sia stata ribadita la volontà di stabilizzare due tecnici entro l’anno 2024.
È comunque cosa nota come la Fondazione Nazionale della Danza sia una delle poche realtà italiane a garantire agli artisti contratti di undici mesi, integrati poi dal ricorso alla NASpI. La Fondazione – si legge ancora nel comunicato- è interessata a riprendere la trattativa, per un risultato soddisfacente e sostenibile.











