REGGIO EMILIA – Una buona notizia c’è: è che nelle scuole di Reggio e provincia, a differenza del resto della Regione, tutte le supplenze annuali, quelle con stipendio pieno fino al prossimo 31 agosto, sono state coperte, anche se con grande fatica. Circa 8 docenti su 10 hanno rifiutato la chiamata per paura del Covid. Un timore che ha fatto parecchio presa su insegnanti precari che arrivano da tante parti d’Italia, visto che la nostra provincia è stata molto colpita dal contagio.
Erano 2.084 i posti da coprire, e per farlo sono state necessarie tra le 10 e le 15mila chiamate. La percentuale di rifiuto è stata altissima ed è più o meno diffusa a questo livello in tutta l’Emilia-Romagna. Dalle testate nazionali il provveditore regionale Stefano Versari ha fatto sapere che ci sono ancora più di 3mila posti vacanti e ha fatto proprio l’esempio di Reggio, dove, ha detto, per trovare poche decine di insegnanti nelle scuole dell’infanzia statali sono state chiamate poco meno di mille persone. Negli asili la paura aumenta, visto che i bimbi non devono indossare la mascherina e visto che è molto più facile che avvenga il contatto.
“Ai docenti dobbiamo aggiungere 400 lavoratori Ata nominati“, dice Silvano Saccani, segretario Scuola Cgil. “Nel nostro territorio la situazione, pur delicata, non è preoccupante – commenta Bruno Di Palma, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale – Abbiamo chiuso le supplenze qualche giorno fa con la nomina degli insegnanti di sostegno e procediamo”. Non è finita infatti, perché non è stato coperto, nemmeno nel reggiano, l’organico in più chiesto proprio alla luce delle norme Covid: nella nostra provincia, 750 persone tra docenti e personale Ata, per i quali sono arrivati dal ministero 15 milioni di euro. In questo caso trovare personale è ancora più difficoltoso perché non ci sono molte tutele: si tratta di lavoratori per i quali, in caso di nuovo lockdown, ci sarebbe lo stop immediato del contratto.
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