REGGIO EMILIA – Negli ultimi anni, a livello regionale, l’entità dell’evasione contributiva accertata dall’Inps è rimasta stabile attorno ai 35 milioni di euro. Con le somme accessorie si arriva a circa 50 milioni.
Il 2019 ha fatto segnare un arretramento: i contributi evasi accertati sono diminuiti del 3%, le somme accessorie del 5%. Nel corso dell’anno le verifiche dell’Inps hanno portato a individuare 129 imprese in nero e lavoratori autonomi non iscritti, 14.190 lavoratori in posizione irregolare e 527 completamente in nero.
Si tratta, probabilmente, della proverbiale “punta dell’iceberg”: ciò che emerge è solo una piccola parte del tutto. Per scovare ciò che sta sotto il pelo dell’acqua servirebbero uomini e mezzi. Ma “le risorse a disposizione della vigilanza ispettiva – segnala l’Inps dell’Emilia Romagna nel rendiconto 2019 – hanno subito negli ultimi anni un ridimensionamento e questo sicuramente incide sui risultati dell’attività ispettiva”. Tradotto, significa che l’Inps dispone di appena 62 ispettori: 62 ispettori per combattere l’evasione in tutta la regione.
I dati provinciali sono anch’essi figli di questa situazione: nel 2019 i contributi evasi accertati in provincia sono stati pari a 5,8 milioni di euro: è il secondo dato a livello regionale dopo quello di Bologna (9,6 milioni) e davanti a Modena (5,7). Complessivamente, i dipendenti della sede Inps di Reggio Emilia sono 180 e nel 2019 hanno dovuto gestire, tra le altre cose, l’accesso agli sportelli di oltre 58mila utenti.
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