REGGIO EMILIA – Su quanto avvenuto la Digos, d’intesa con l’autorità giudiziaria, sta raccogliendo elementi e informazioni. L’esposizione sul palco della bandiera rossa con la scritta Brigate Rosse e la stella a cinque punte potrebbe portare alla configurazione del reato di apologia di terrorismo.
Le reazioni indignate non mancano. Lorenzo Biagi, figlio di Marco, il docente universitario ucciso a Bologna dalle Nuove Br, nel marzo di 20 anni fa, in un post su Facebook si è dichiarato schifato per quanto accaduto.
L’accaduto riguarda il concerto, domenica 1 maggio, sul palco del Circolo Arci Tunnel di via del Chionso, in città, della band genere rap-trap “P 38”, i cui testi sono connotati da riferimenti al mondo della sinistra insurrezionalista. I componenti del gruppo si esibiscono a volto coperto, hanno nomi in codice e replicando alle polemiche parlano ora di provocazione. Anche in ambito scenico, però, ci sono dei limiti – ammonisce Alessio Mariani – in arte Murubutu, docente di Filosofia al Liceo Matilde di Canossa, rapper e fondatore del collettivo “La Kattiveria”.
“Non c’è la volontà diretta di offendere, però probabilmente questi ragazzi maneggiano strumentazioni concettuali che non conoscono, parlano di una esperienza estremamente dolorosa, non ancora pienamente elaborata con cui non si può scherzare”.
Nel 2014 Murubutu fu al centro di una polemica dopo un concerto a Bologna perché accusato di fare riferimento in una sua canzone al brigatista Prospero Gallinari: “Non c’era nessuna apologia della lotta armata, era una canzone antropologica, raccontava una storia come ne racconto tante, quella polemica svanì nel nulla”.
Dai fatti del Tunnel si dissocia nettamente l’Arci Provinciale: “Incontreremo i rappresentanti del circolo e valuteremo i provvedimenti da assumere”, afferma il presidente provinciale Daniele Catellani.
Non è escluso che a breve quanto accaduto possa portare ad un cambio dei vertici del circolo Tunnel.
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Vinci (Fratelli d’Italia, deputato): “Vicenda gravissima”
“E’ gravissimo quanto avvenuto il 1 maggio al Circolo Arci Tunnel che ha ospitato la band P38 che, per deliberata scelta, scrive canzoni inneggianti a una organizzazione terroristica come le Brigate Rosse. Si tratta di una vicenda che non può essere etichettata come semplice leggerezza. Un locale notturno che opera sotto la denominazione Arci (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana) e che proprio in forza della propria finalità culturale gode di sgravi e privilegi rispetto alla libera impresa, non può dare spazio a certe esibizioni. In Commissione Giustizia alla Camera è pendente una proposta di legge del Pd che chiede la ‘repressione della propaganda fondata sull’esaltazione dei metodi eversivi dell’ordinamento democratico propri dell’ideologia fascista e nazifascista’. Chiederò che la norma sia ampliata ricomprendendovi l’ideologia comunista e i gruppi terroristici di ideologia comunista, affinché la normativa abbia una utilità attuale e non solo museale”.
Fiano (Pd): “Hanno causato morte, inaccettabile esaltazione”
“Inaccettabile l’esaltazione delle gesta delle Br che tanto dolore e morte hanno causato nel nostro Paese. Non è accettabile per le vittime e per i loro familiari, non è accettabile per la storia del nostro Paese. A maggior ragione a pochi giorni dall’anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro crivellato di colpi dalla mitraglietta delle BR. I ragazzi di questa band che inneggia alle Br riflettano su quello che stanno facendo, provino a capire cosa hanno rappresentato le Br. Non c’è spazio per l’elogio di assassini”.
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