REGGIO EMILIA – Che Omicron sia meno aggressiva rispetto alle varianti che l’hanno preceduta è ormai un dato certo. Che possa provocare una malattia molto più complessa di un semplice raffreddore è un ulteriore aspetto sul quale è necessario avere consapevolezza. Lo dice un altro dato, il numero dei decessi.
Da inizio anno a Reggio Emilia sono morte 50 persone, un numero decisamente alto. Le cinque vittime delle ultime 24 ore si vanno a sommare a quelle dei giorni precedenti. Secondo il bollettino inviato dall’Ausl, se ne sono contate altrettante il 18 gennaio. Finora, in sole due giornate non sono stati segnalati decessi: 9 e 17 gennaio. L’età della maggior parte dei reggiani uccisi dal Covid è in genere piuttosto alta, supera i 75 anni, ma non mancano vittime al di sotto di questa soglia, soprattutto tra i non vaccinati. Il 12 gennaio è stato segnalato il decesso di una donna di 53 anni, il 21 quello di un uomo di 63.
Cinquanta è un numero alto, ma non dobbiamo scordare che un anno fa l’impatto della pandemia era più rilevante. Nello stesso periodo, nella nostra provincia si sono registrate 92 vittime, quasi il doppio. Il 25 gennaio del 2021 l’Ausl aveva segnalato 8 decessi. Si sono contate sulle dita di una mano le giornate in cui il dato scendeva sotto i tre. Non solo anziani: l’11 gennaio abbiamo dato notizia del decesso di uomo di 45 anni.
Un anno fa la campagna vaccinale era appena agli inizi, riservata in questa fase alle prime dosi per i sanitari e gli ospiti delle case di riposo; strutture che, nonostante tutte le misure messe in atto, si sono dimostrate comunque vulnerabili durante la seconda ondata della pandemia. Stava diventando prevalente la variante Alfa, più contagiosa rispetto al virus originario. Una situazione a cui solo le vaccinazioni, entrate nel vivo nei mesi successivi, hanno messo un argine.
Reggio Emilia ausl reggio emilia emergenza coronavirus covid-19 morti coronavirus reggio emilia












