REGGIO EMILIA – “Il lavoro non deve mai togliere la vita. Deve dare la vita”. Queste toccanti parole sono state pronunciate da Lorena Carosi, madre di Fabio Palotti, il 39enne ascensorista morto nel 2022 mentre stava eseguendo un intervento all’interno del ministero degli Esteri a Roma. La cornice è quella del circolo Pigal, dove per tutta la mattina e parte del pomeriggio si è tenuta la terza assemblea provinciale delle Rls Fiom, ovvero dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza aderenti alla Cgil.
Il tavolo, dal titolo “La nostra vita vale più del vostro profitto”, ha ospitato le testimonianze di altre tre donne, due madri e una compagna, di vittime di incidenti sul lavoro in tutta Italia. Ad ascoltarle 150 rappresentanti dei lavoratori convocati dalla Fiom reggiana per discutere di prevenzione, vigilanza, formazione a difesa della salute nei luoghi di lavoro.
Ha detto Davide Franco, della segreteria provinciale Fiom: “Queste tragedie sono state dovute a una non formazione, non conoscenza dei pericoli, a tipologie di lavoro tipo appalti o subappalti che conosciamo molto bene”.
La dottoressa Sandra Berselli, di Inail, ha contribuito a inquadrare la situazione per quanto concerne la nostra provincia tra infortuni gravi, mortali e malattie professionali: “Per quanto concerne il quinquennio 2020-2024, emerge che l’incidenza infortunistica è in lieve calo. Diversa invece è la situazione per le malattie professionali, in costante aumento”.
Nello specifico, nel 2024 Reggio Emilia si è piazzata al terzo posto in regione, dietro a Bologna e Modena, per numeri di infortuni sul lavoro a quota 9.359. Questa cifra è in flessione del 3% rispetto al totale sul 2023, a fronte di un’occupazione che, nel quinquennio 20-24, ha invece mostrato un lievissimo aumento (+0,16%). Per quanto, invece, riguarda gli infortuni mortali, il biennio ’20-’21 ha dovuto fare i conti con ben 25 decessi; dal ’22 al ’24, invece, sono stati 12, equamente distribuiti.
All’iniziativa era presente anche il segretario regionale Fiom, Gianni Cotugno, che ha riportato le novità previste dall’ipotesi di accordo di rinnovo del contratto nazionale dell’industria metalmeccanica raggiunto nei giorni scorsi.
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