REGGIO EMILIA – Sul lavoro si continua ad ammalarsi, di lavoro si continua a morire. I dati dell’Osservatorio regionale della Cgil sugli infortuni e le malattie sul lavoro documentano un fenomeno di vaste proporzioni, che ogni anno solo in provincia di Reggio coinvolge quasi 10mila lavoratori. I morti sul lavoro nel 2024 sono stati 8, uno più dell’anno precedente. Le persone che hanno perso la vita sul lavoro a Reggio tra il 2019 e il 2023 erano state 51. Un tributo di sangue davvero pesante. E non ci si può certo consolare con il fatto che nella nostra provincia l’incidenza degli infortuni mortali sul totale degli occupati è più bassa che nelle altre province della regione.
Il settore che conta il maggior numero di vittime è quello dei trasporti e del magazzinaggio, seguito dalle costruzioni e dall’agricoltura. Gli infortuni mortali, d’altra parte, sono l’aspetto più grave e doloroso di un fenomeno ben più ampio: l’anno scorso nel Reggiano gli infortuni denunciati sono stati 9.292, per l’82% nell’industria e nei servizi. In questo caso c’è una flessione del 2,6% rispetto al 2023. Sempre l’anno scorso ci sono state 1.306 denunce di malattie professionali. Nell’86% dei casi di tratta di malattie del sistema osteomuscolare, nel 14% di malattie del sistema nervoso.
C’è infine il capitolo drammatico delle patologie legate all’amianto. Il Registro Mesoteliomi indica che dal 1996 ad oggi i mesoteliomi maligni accertati in provincia di Reggio sono stati 543. Reggio è seconda in regione in questa triste graduatoria.
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