REGGIO EMILIA – Giocare d’anticipo per prevenire il più possibile i primi casi e, dunque, limitare la circolazione del virus, che stavolta è inteso come quello dell’influenza. La campagna vaccinale prevista per contenerla, quest’anno, comincerà un mese prima rispetto al solito. Lo ha stabilito il ministero della Salute, che ha anche abbassato da 65 a 60 anni l’età in cui l’inoculazione è raccomandata.
All’estensione del bacino di popolazione interessata si associa l’aumento degli ordinativi di dosi da parte del sistema sanitario. Nel 2019 l’Ausl reggiana ne ha acquistate 102mila. L’approvvigionamento previsto ora è di 130mila, potenziato dunque del 27% (27,4%). Per quanto riguarda la popolazione degli over 64, negli ultimi anni nella nostra provincia si è raggiunto una copertura vaccinale del 56%. Lontano dall’obiettivo caldeggiato dal ministero, che è pari a una quota del 75%.
In tempi di Coronavirus, la vaccinazione antinfluenzale assume un valore cosiddetto “diagnostico”: consente infatti di riconoscere meglio il virus della Sars-Cov2, evitando la sovrapposizione dei sintomi. Contenere il numero di malati di influenza significa anche sottoporre a una minore pressione il servizio sanitario, chiamato a concentrarsi sui casi di Covid.
Nel contempo, resta importante sottolineare il principale motivo della profilassi, vale a dire la lotta a una malattia seria che può diventare grave per i soggetti a rischio complicanze come ad esempio le persone colpite da patologie croniche come il diabete o l’insufficienza renale.
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