REGGIO EMILIA – Novemila reggiani sono a letto con l’influenza e oltre 70 persone ricoverate nei reparti internistici hanno sintomi influenzali. Numeri “da picco”, che si verifica in anticipo rispetto al periodo classico di gennaio-febbraio e che non è affatto detto che tra qualche settimana non ce ne sia un altro.
D’altronde, di classico questa influenza non ha niente: negli ultimi due inverni le misure di prevenzione anti Covid ci avevano protetto anche dal virus di stagione, e l’influenza 2022 picchia più duro perché in pratica non abbiamo copertura anticorpale. C’è una fetta di popolazione più colpita delle altre: se, in media, sono ammalate 16 persone ogni mille abitanti, nella fascia 0-4 anni il dato sale a 48 su mille. Nel periodo 20 novembre-10 dicembre, gli accessi totali al pronto soccorso pediatrico sono stati 704. Nello stesso periodo, un anno fa erano stati 369. Sono invece 15 i bimbi ora ricoverati: tra loro, 8 per bronchiolite, 2 per polmonite e 2 per influenza, tutti più piccoli di un anno d’età. “Numeri così non li ho visti in 30 anni”, il commento di Giorgio Mazzi, direttore del presidio sanitario del Santa Maria.
I pronto soccorso sono i punti più sotto pressione in assoluto: 462 accessi al giorno a novembre – quando per due volte nell’arco di dieci giorni era stato attivato il piano di massiccio afflusso con conseguente blocco, per qualche ora, delle visite ai codici lievi – e 430 a dicembre, ovvero il 10% in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa, “con attese di oltre 6 ore: gli alti accessi si sommano alla carenza di personale”, le parole di Cristina Marchesi, direttrice generale di Ausl.
Ovviamente, questa emergenza si intreccia con quella cronica del Covid, che a Natale 2022 rispetto a Natale 2021 vede ridursi di molto i numeri: 10mila i reggiani in isolamento durante le feste passate, 2.146 a oggi. Vaccinazione rimane la parola in assoluto più utile, sia per il Covid sia per l’influenza, contro la quale sono già state somministrate 97mila dosi. “Ci attesteremo sul 70% di copertura”, ha detto Emanuela Bedeschi, direttore del dipartimento di sanità pubblica.
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