REGGIO EMILIA – Un residente che chiama il 113 alle 4 della notte: “Venite, sento rumori in cantina”. Gli agenti delle volanti che arrivano velocemente: uno controlla il giardino, uno le scale, due scendono nel seminterrato del condominio di via Mantegna. Trovano quattro giovanissimi ladri intenti ad armeggiare tra i ripostigli. Viene intimato l’alt, ma non serve. Non serve proprio per niente.
I ladri iniziano a sferrare calci e pugni contro i due agenti, usano le tenaglie e le pinze che avevano in mano per colpirli e poi, in una frazione di secondo, accade quello che avrebbe potuto trasformare il furto in tragedia: uno dei malviventi sfila la pistola d’ordinanza a un agente, gliela punta al volto, preme il grilletto. Una, due, tre volte. Quell’agente, che insieme al collega ebbe 21 giorni di prognosi, è ancora in vita solo perché l’arma aveva la sicura inserita.
Due dei responsabili erano stati arrestati in flagranza, il terzo a settembre di quell’anno, il 2012, e adesso, a dieci anni di distanza dai fatti, procura e questura ritengono di aver chiuso il cerchio attorno a quello sconcertante episodio: nelle ultime ore il quarto uomo che mancava all’appello da allora, dopo essere stato arrestato in Ungheria, è stato estradato e portato in carcere a Reggio Emilia con le accuse di tentato omicidio, rapina, resistenza e lesioni.
I quattro, di origine georgiana, nel 2012 avevano tra i 18 e i 19 anni ed erano incensurati. Vivevano tra città e prima collina e venivano mantenuti dalle mamme, che lavoravano come colf o badanti. I primi due arrestati, Guram Shatirishvili e colui che impugnò la pistola, Tamazi Nemsadzi, non rivelarono nulla riguardo ai complici. “Li prenderemo, dovessimo arrivare in Antartico” dissero i dirigenti dell’epoca della questura. Il terzo, Giorgi Kuprashvili, venne arrestato due mesi più tardi dopo qualche settimana di latitanza e con già la valigia pronta per ripartire. I tre sono stati condannati dal tribunale di Reggio e, nel frattempo, le indagini continuavano, nel silenzio ma serrate.
Il sostituto procuratore Maria Rita Pantani, coordinando le indagini della squadra mobile guidata da Guglielmo Battisti, col supporto del’Interpol e delle autorità georgiane, ha rintracciato le nuove generalità che aveva assunto il quarto presunto responsabile. L’oggi 28enne è stato scovato in Germania, tenuto costantemente monitorato, catturato a Budapest sulla base di un mandato di arresto europeo ed estradato a Fiumicino.
Alla squadra mobile e al pm Pantani i complimenti del procuratore capo Calogero Paci: “Una grande capacità di coordinamento e di cooperazione giudiziaria in un’indagine complessa, che ha coinvolto tre Paesi”, ha detto il procuratore.
Reggio Emilia polizia tentato omicidio procura reggio emilia via mantegna banda di georgiani