REGGIO EMILIA – Sono giorni intensi per la Pallacanestro Reggiana, soprattutto fuori dal campo. Ieri è arrivato in città l’esterno Will Cherry (ex Olympiakos Atene), Gal Mekel è stato operato a Dublino per risolvere il problema di ernia che lo tormentava da tempo, e questa mattina la società ha annunciato l’addio di Luca Infante. Una rescissione consensuale. Il leone di Nocera Inferiore terminerà la stagione a Mantova, società che lo ha fortemente voluto e dove avrà più spazio. E’integro e ha ancora voglia di incidere.

Coach Buscaglia con Will Cherry
La dichiarazione pubblica di Infante è come sempre all’insegna della professionalità e della correttezza: “Voglio ringraziare la società per questi mesi trascorsi insieme e per avermi dato l’opportunità di fare questa scelta. Lasciare la mia città (qui vive da sempre anche con la famiglia) da un lato ovviamente dispiace, ma sentivo la necessità di andare in un contesto dove potessi avere maggior spazio a disposizione. Spero comunque sia solo un arrivederci con la Pallacanestro Reggiana, per la quale nutro un profondo affetto e grande stima”.
Anche a società ha parole al miele: “Ringraziamo Luca per la grande professionalità mostrata in questi mesi e per l’aiuto che ci ha dato, sia dentro che fuori dal campo le parole del direttore sportivo Alessandro Frosini – Visti gli ottimi rapporti con il ragazzo, abbiamo deciso di assecondare la sua richiesta e gli facciamo un grande in bocca al lupo per il prosieguo della sua carriera”.
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Fin qui la cronaca, gli annunci e le dichiarazioni ufficiali. Al cronista resta da fare una considerazione. Luca Infante è tornato a Reggio con un ruolo chiaro: aiutare i giovani a crescere, impegnare duramente i lunghi americani in allenamento, tenere insieme il gruppo (ha carisma e simpatia) e soprattutto essere pronto a dare una mano quando necessario a una squadra a volte poco “ruvida”. Sapeva che avrebbe giocato poco e ha accettato il compito con professionalità per amore del biancorosso. Certo qualche minuto in più Buscaglia avrebbe potuto concederglielo. Sabato sera, contro Cantù, l’allenatore gli ha chiesto di entrare nel finale a partita ampiamente decisa. Con eleganza e grande spirito di squadra, Infante (che a 37 anni forse non avrebbe meritato un gesto simile) ha preferito lasciare il posto ai ragazzini che da agosto sudano con il gruppo. Un premio meritato, per loro. (dav.b.)













