REGGIO EMILIA – Il gruppo meccatronico di Unindustria Reggio Emilia, che rappresenta 400 aziende per un totale di 30mila addetti e oltre 11 miliardi di euro di fatturato complessivo, ha partecipato all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”. Ogni tre mesi viene illustrato il quadro congiunturale di settore.
L’indagine congiunturale condotta dal centro Studi di Unindustria Reggio Emilia sul primo trimestre del 2024 conferma i segnali di debolezza già evidenziati nelle rilevazioni precedenti. La produzione industriale registra un calo del 9,3% rispetto a un anno fa. In particolare, il mercato interno registra un calo del 14,4%, mentre l’export segna rispettivamente un -5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Peggiora la dinamica del portafoglio ordini: il 56,7% delle imprese rispondenti ha segnalato una riduzione degli ordinativi totali, il 26,6% una loro stabilità e solo il 16,7% un loro incremento.
Nel periodo gennaio-marzo 2024, il numero di occupati ha registrato una diminuzione pari allo 0,5% rispetto al primo trimestre 2023. Le previsioni sulla produzione per il secondo trimestre 2024 sono orientate ad una certa debolezza. È prevalente la quota di imprese che ritiene che l’attività rimarrà stabile (il 60,7%). Nella restante parte del campione si registra più pessimismo: la quota di imprese che si attende una diminuzione del livello di produzione (21,4%) supera la percentuale di imprese che segnala un aumento dell’attività produttiva (17,9%).
Deboli le attese relative al portafoglio ordini provenienti dall’estero per il secondo trimestre del 2024, sul quale continuano a pesare le incertezze legate al commercio internazionale e la debolezza di importanti paesi partner, Germania in testa. Anche il sentiment relativo alle previsioni sull’occupazione evidenzia un peggioramento con riferimento alla situazione attuale.
“I risultati dell’indagine congiunturale – ha dichiarato il presidente del gruppo meccatronico, Alberto Rocchi – confermano le progressive criticità dei trimestri precedenti. Come per l’industria metalmeccanica nazionale, che ha chiuso il primo trimestre 2024 con un sensibile rallentamento, anche l’industria provinciale soffre. Persistono fattori di forte criticità sull’attività delle imprese, tra cui i conflitti in corso con crescenti tensioni geopolitiche, l’incertezza sulla loro evoluzione futura, le ripercussioni negative sulle catene di approvvigionamento e i costi del credito ancora elevati”.
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